La morte mormora



Fabrizio Borgio
La morte mormora
Frilli
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La copertina segnala che si tratta della seconda indagine di Stefano Drago. Ho mancato la prima (Masche se ho ben capito), ma ho letto con divertita curiosità La morte mormora che rimanda in scena lo stesso protagonista: Drago, un agente speciale, anzi specialissimo di un misterioso dipartimento investigativo il DIP, Dipartimento indagini paranormali. Per dover di cronaca riassumerò brevemente il succo della vicenda. A Serravalle Mormora, ridente cittadina vinicola dell’Astigiano, il sindaco Corrado Falletto, stimato, di buona famiglia e che governa bene il suo comune, si suicida gettandosi dalla torre più alta del castello che domina il paese. In tasca, una busta con all’interno una lettera anonima con due parole: NULLA CAMBIA scritte con le lettere ritagliate dai giornali e un becco di gallina Ma cosa più strana e inquietante, quando il cadavere del sindaco viene rinvenuto, si scopre che è senza testa… Questo suicidio inatteso, che pare incomprensibile mette in stato di choc la realtà chiusa e conservatrice di Serravalle. Senza considerare che a questa morte faranno seguito una serie di spaventosi eventi inspiegabili… Contemporaneamente ad Asti l’agente speciale Stefano Drago riceve l’incarico di indagare sulla scomparsa di un libro antico, un testo magico temuto e un tempo messo all’indice dalle autorità clericali, che faceva parte nientepopodimeno dell’Archivio Vescovile di Asti: il Libro del Comando. Il caso, decisamente complicato, porterà ben presto il nostro eroe a Serravalle anche su richiesta del maresciallo dei carabinieri Cannevale, simpatico terrone trapiantato in Piemonte, che si scontra con un’indagine dai contorni magici e inesplicabili. Quali legami ci sono tra la morte del sindaco decapitato e la sparizione del libro? Beh… andatevelo a leggere! Posso solo anticiparvi: un medioevo possente che ritorna e impone i suoi riti tribali forse legati a una comunità celtica. Magia bianca e nera a fare da sfondo ma, in realtà, l’onnipresenza del Gruppo, un’entità che nel bene e nel male domina Serravalle. E quindi l’uomo, sempre l’uomo con la sua brama incontrollata di potere. Una narrazione accurata, voluta con una ricostruzione ambientale suggestiva per un libro piacevolmente surreale, una specie di fiaba noir che stuzzica e intriga.

patrizia debicke

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