O’ Regno – Igor De Amicis



Igor De Amicis
O’ Regno
Salani
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Quando dopo poche pagine ti ritrovi a pensare e parlare in napoletano è perché l’autore ha creato un’atmosfera così viva e così palpabile che anche tu fai parte della storia.

Questa è la mia prima impressione, leggendo O’ regno.

Una storia appassionante, ai confini della realtà, una realtà che molto spesso è cronaca per noi lontana ma che qui squarcia il velo che ci separa da fatti: ciò che avviene tra le cosche per spartirsi il comando sulle piazze, ciò che avviene nei penitenziari risponde a dinamiche proprie che hanno una traiettoria ai più sconosciuta.

Igor De Amicis ce la svela: parte dai complessi rapporti all’interno delle famiglie potenti, sino ai ‘uaglioncelli di periferia che vogliono comandare, e lo fa senza risparmiarsi e senza risparmiarci nulla, dai buoni sentimenti che mai oseremmo immaginare sino alle esecuzioni più crudeli.

In mezzo ad auto bomba, sangue e assassinii ogni tanto chi legge si prende una pausa: Don Ottavio O’ Preziuso, il boss, ha una passione per Bach, e i Concerti Brandeburghesi divengono un motivo ricorrente che anche il lettore desidera, per avere il tempo di riflettere sulla quantità e qualità del materiale umano che nel frattempo ha conosciuto.

Mi è piaciuto molto lo spazio che le donne hanno avuto in questa storia, poche ma portatrici di una presenza importante , non certamente di secondo piano.

Fino alla fine non sapremo di cosa sono capaci e dove possono arrivare i personaggi di De Amicis; la vasta gamma dei sentimenti umani ci appare in tutta la sua potenza e talvolta fa capolino anche la consapevolezza di vivere, ormai, tra le macerie della propria esistenza.

La fine del romanzo ha un’immagine poetica che tuttavia non stride con i fatti crudi e spietati: un riferimento al tramonto, il momento in cui tutto scompare nell’oscurità.

La bellezza, ci salverà?

Marinella Giuni

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