Tre mogli – Tarryn Fisher



Tarryn Fisher
Tre mogli
Newton Compton
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Seth di mestiere fa l’imprenditore edile fra Seattle e Portland ed alterna il suo tempo libero con tre donne, ovvero tre mogli.
Thursday vive a Seattle e come presagisce il nome riceve le visite del marito il giovedì sera, cena romantica nell’appartamento di lei che con tanta cura allestisce l’ambiente e la tavola e poi una sana passione tra le lenzuola.
Thursday ama molto Seth e lo vorrebbe tutto per se ogni giorno della settimana, vorrebbe uscire con lui in strada o nei locali ed ancor di più vorrebbe donargli dei bei bambini; ma i sogni sono una cosa e la realtà è un’altra, Thursday deve accontentarsi di vedere il suo uomo il giovedì e non può uscirci fuori.
Il romanzo della scrittrice sudafricana spazia nella mente della giovane donna alle prese con il suo bisogno di essere amata, di essere moglie e madre, di avere una normale vita affettiva e sociale e lo fa con un viaggio pazzesco nella psiche contorta di molte persone, elaborando un thriller psicologico clamoroso, molto al femminile ma di profondo acume.
Thursday infatti sempre più depressa dalla sua situazione decide di rompere gli accordi che aveva intavolato con Seth e si mette ad indagare sulla vita che conduce il marito gli altri giorni della settimana, compreso il cercare notizie e curiosità sulle altre due mogli.
Escogitando trucchi e usufruendo di fiuto investigativo si mette alla caccia delle altre due donne di Seth di cui ancora non sa niente, ovvero Regina e Hannah da lei ribattezzate Tuesday e Monday, entrambe vivono a Portland.
Con Monday che è la più giovane e la terza in ordine di conquista da parte di Seth, riesce inizialmente ad instaurare una piccola amicizia, lei cade nel suo gioco e come spesso accade a due giovani donne molto sole hanno un sacco di cose da raccontarsi e condividere.
Tuesday invece è la prima moglie, di professione fa l’avvocato, è molto scaltra e pur rendendosi disponibile non cade preda delle indagini di Thursday.
Tre mogli, pur essendo a tratti leggero mantiene spesso i toni del dramma di nervi, non si capisce bene chi agisca seriamente e chi finga, è un viaggio vorticoso e dirompente verso uno stato d’insanità mentale dove la povera Thursday casca senza più poterne uscire.
Non c’è niente di rocambolesco nemmeno nel finale, la povera Thursday è malata di mente? Soffre di allucinazioni? Lei non ne è sicura ed è decisa a farsi strada e vendicarsi di chi la usa e la fa soffrire, d’altronde questa è la sua vita, oppure no?

Gianmarco Andreuccetti

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