Mai fidarsi delle apparenze. Questa la conclusione dopo aver letto l’ultimo romanzo della scrittrice e giornalista Alice Feeney dal titolo italiano di: “Ogni piccola bugia”, pubblicato dalla casa editrice Nord.
Amber Reynolds, la protagonista dell’ottimo thriller scritto dalla Feeney, pur non guidando mai, è distesa sul letto di un ospedale perché vittima di un incidente stradale.
Ora è in coma, e dopo le prime righe del romanzo, si risveglia, cercando di comprendere e di ricordare, soprattutto quanto gli è accaduto.
Sono tre le sue prime asserzioni reali: la sua condizione di allettata dopo aver superato il coma; la certezza matematica di non essere amata da suo marito e la consapevolezza di dire sempre bugie. Giocando sorprendentemente su questi tre perni, la brava ed egregia autrice vi terrà legati, con molti lacci, per ultimare quanto prima la lettura delle oltre trecento pagine del manoscritto.
In Ogni piccola bugia vi sono molti salti temporali ed una lettura saltuaria del diario di Amber che ci dovrebbe far comprendere meglio il suo carattere.
Ci troviamo dinanzi a tre ambienti ben definiti: l’allora, il prima e l’attuale. Questi tre livelli sono gestiti e mischiati con capacità e bravura dalla scrittrice, tanto che si permette anche il lusso di “regalarci” dei piccoli indizi per farci creare una personale visione della storia, ma che alla fine, lei smonterà del tutto, svelandoci la verità e lasciandoci letteralmente a bocca aperta.
Ritorniamo ad Amber. Al risveglio dal coma ode due voci ovattate che riconosce in quella del marito e della sorella che, al suo capezzale, sono le uniche che la collegano al mondo esterno. A queste voci se ne aggiungerà una terza, sconosciuta, ma piena di odio, di rancore che gli sussurra nelle ore serali, quando i visitatori sono fuori dell’ospedale, celate ed angustianti minacce; ed è qui che la nostra dovrà reagire alla sua condizione, combattendo e sconfiggendo la paura e l’impotenza prima che sia troppo tardi.
Amber è in balia di chi la circonda ed anche lei come il marito, la sorella e la voce cupa e misteriosa, hanno un piano da portare a termine. Ma il tutto verrà svelato, con un finale stravolgente, solo dopo aver letto l’ultima pagina.
Amber appare, nelle prime pagine, un personaggio antipatico, fastidioso, tanto da farci preferire il marito o la sorella, nonostante i due tramano, ignari – potenza della letteratura ed ingenuità dei personaggi – che la protagonista li possa sentire. Inconsapevoli, i due familiari, discutono, litigano, rivelano particolari, indizi e pensieri, tanto da distruggere la fiducia che Amber ripone in loro. Ma appena dopo il racconto inizia a prendere corpo, vivacità, stuzzica il lettore a continuare la lettura, quasi tutta d’un fiato delle oltre trecento pagine, perché è lei stessa che ci porta indietro nel tempo per scoprire e ripercorrere il “prima” dell’«incidente», i suoi segreti, i suoi retroscena … il suo progetto e le sue tantissime bugie.
Ma nulla è come viene riportato nelle pagine, perché ogni pagina riserva una nuova situazione, un cambio di scena, una idea che si modifica ad ogni batter di ciglia, un susseguirsi di colpi di scena. Il finale, scritto nelle ultime righe, non è affatto intuitivo, appunto per il mutare delle fasi temporali e sceniche descritte nel romanzo, ma è un epilogo assurdo, geniale, sconvolgente, inammissibile, sbalorditivo che la Feeney ha sapientemente mescolato rendendo Ogni piccola bugia un thriller unico ed affascinante.
La sua trama, il suo sottotitolo, potrebbe essere benissimo: dove nulla è davvero come sembra. La linea di confine fra il reale e l’irreale è sottilissimo e confonde moltissimo i suoi contorni, tanto che è la stessa Amber a darcene ragione: “Non so più cosa sia vero. Non so a quale versione degli eventi credere”: questa è per me l’unica verità di tantissime bugie.
La Feeney ci trascina nel suo lavoro, facendoci sprofondare in uno stato ansioso, inquieto, apprensivo ad ogni voltare di pagina, ad illuderci di aver compreso la trama o il logico seguito della storia e di averci beffato di aver creduto in un finale ragionevole, come ogni thriller che si rispetti. Ma tutto questo è pura allucinazione, tutto questo si trasforma.
I personaggi che vivono nelle pagine della storia sono una continua scoperta, ed ogni volta acquistano nuove caratteristiche: sono buoni, amabili, crudeli, mielati, spietati … a voi aggiungere altri aggettivi.
Non ci si deve far scappare l’occasione di leggere Ogni piccola bugia ,avvincente thriller psicologico, ben scritto ed anche tradotto. Una storia coraggiosa, sibillina, ermetica che, al tempo stesso, si lascia divorare senza la minima difficoltà, che cattura ed avvolge il lettore pagina dopo pagina, ed al momento giusto, senza colpo ferire, lo sorprende ribaltandone il tutto ed il contrario di tutto: questo è “Ogni piccola bugia”.
Vi consiglio di non avventurarsi nel cimentarvi nel costruire delle vostre tesi personali o solide congetture, la Feeney, proprio dopo questi momenti di apparente distensione emotiva, ci sbaraglia consegnandoci un nuovo panorama del racconto con originalità e tradizione narrativa.
Ancora una volta … buona lettura e reagite bene al suo irrazionale finale.