Omicidi all’isola, nevrotico erotico blues



Filippo Fornari
Omicidi all’isola, nevrotico erotico blues
Todaro
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Curzio Malanotte, benestante, padre di famiglia e buon marito, dopo che la scomparsa della figlia minore ha portato lui e la moglie sull’orlo della rottura allontanandolo anche dagli altri figli, si è lasciato andare al punto di pensare di farla finita. Tuttavia prima di compiere il suo disperato gesto decide di suicidarsi socialmente per “farla pagare” alla sua famiglia, colpevole di non aver compreso la sua esistenziale sofferenza.
Però proprio all’Isola, il quartiere di Milano dove ha deciso di cominciare a mettere in scena la sua opera di auto-distruzione morale e fisica, è all’opera un assassino che attira e uccide lucciole nigeriane seguendo ogni volta la stesso morboso e orrido rituale.
Potrebbe essere l’atroce punizione della gang che le controlla, con alla testa un’implacabile Madam, oppure la polizia è di fronte a un pericoloso killer seriale? Comunque sia, le tracce lasciate da questo maniaco omicida s’incrociano spesso, anzi troppo spesso e inesplicabilmente, con il cammino di Curzio Malanotte che ha scelto l’Isola come palcoscenico della sua ultima commedia. Il commissario Musante invece vede in lui il principale indiziato, anzi il colpevole e cerca di attribuirgli i delitti. Malanotte è costretto a rimandare il suo suicidio e, dato che non accetta di passare per un serial killer, contrattacca, controbatte le accuse, riesce a restare a piede libero e decide di indagare, con l’aiuto di due improbabili assistenti: Umberto, ex ferroviere mangiapreti, che si sente Bruce Willis e ogni sera va a spasso per l’Isola con il suo cane Togliatti, e il timido Enzino, un pio giovanotto tutto parrocchia ma che pratica le arti marziali.
Riuscirà questo rocambolesco e scombinato trio con la loro avventurosa indagine esilarante e parallela a quella della polizia, a scoprire la verità e a fermare la mano armata dell’assassino?
Omicidi all’Isola che con ironica leggerezza, sfiora, tratta e affronta anche di petto temi spesso drammatici, si snoda nella Milano dei quartieri di Isola, Porta Nuova e Garibaldi. Una ricostruzione accurata e non scontata di zone della città che indugia e mette in luce le grandi diversità ambientali e di costume di mondi che riescono a coesistere nel raggio di pochi chilometri.
Il blues del titolo occhieggia dalle pagine di un capitolo dove in un famoso locale dei Navigli:« Facevano del blues classico, rielaborazioni di pezzi storici, avevano appena eseguito Manish Boy di Muddy Waters e ora stavano attaccando Boom Boom di John Lee Hooker» e nell’interpretazione del saputo vice di Musante che rifacendosi a Blue skinner blues chiama il killer : The mule ( da mula=ragazza in triestino) skinner, (scuoiatore): e quindi “lo scuoiatore di ragazze”.

 

 

 

 

 

Patrizia Debicke

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