La notte di Silvia



Stefania Parmeggiani,
La notte di Silvia
Castelvecchi
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La notte di Silvia, romanzo breve della scrittrice e giornalista di Repubblica Stefania Parmeggiani, racconta, sotto forma di “diario psicologico”, alcune vite sbagliate, che, ad un certo punto, si intrecciano fra loro e corrono fatalmente verso un triste destino.
La prima è quella di Silvia, rapita in Albania per diventare prostituta bambina, portata in Italia e rimastavi per sfuggire all’inferno del suo Paese di qualche decennio addietro, e innamorata di Alex. Quest’ultimo, altra voce narrante, è un giovane balordo di periferia che, a poco a poco, viene coinvolto in giri criminali sempre più pesanti e pericolosi, entrando in contatto con figure di spicco della malavita organizzata, che disporranno poi a piacimento delle sue azioni.
La terza voce narrante è quella del magistrato inquirente che si occuperà delle indagini sulla morte di Silvia (non sveliamo nulla, Silvia muore nelle prime pagine, anche se continuerà a farci sentire la sua presenza dolente nel corso dell’intero romanzo). Di lui conosciamo poco o nulla, all’infuori dell’infinita pazienza e della perizia da provetto psicologo con cui confezionerà la sua tela, riuscendo a far ricostruire ad Alex tutta la vicenda criminosa in cui il giovane è stato coinvolto.
Ovviamente, non possiamo dire di più sulla trama.
La suspense ed il coinvolgimento del lettore non nascono tanto dalle vicende narrate in sé, quanto dall’approfondimento psicologico con cui l’autrice riesce a  farci entrare nell’animo dei protagonisti, a comprendere il loro modo di pensare e di agire. Il lettore non segue lo sviluppo da fuori, come un terzo, osservatore e distante. Entra bensì nelle vite dei protagonisti, scoprendone i lati più oscuri.
L’autrice rivela molta tenerezza nei confronti di Silvia, che diventa vittima, come in altro modo anche Alex, di una società e di un sottobosco crudeli.
Allo stesso tempo, però, in ogni pagina della “Notte di Silvia”, si avvertono l’abilità e il rigore giornalistico dell’autrice nel costruire l’intera vicenda.
Notevole anche la capacità di descrivere in modo realistico gli effetti che le droghe produrranno nella mente di Alex e, soprattutto, le minacciose relazioni di forza che si instaurano nel gruppo criminale di cui il giovane si troverà a far parte.
Bello, intenso, spietato e commovente.

Gian Luca Antonio Lamborizio

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