Quelle belle ragazze



Karin Slaughter
Quelle belle ragazze
HarperCollins Italia
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Karin Slaughter, autrice di successo grazie ai romanzi delle serie Grant County e Will Trent, torna il libreria con un nuovo thriller stand alone. Claire e Lydia sono sorelle e non si parlano da più di vent’anni, da quando una tragedia ha colpito la loro famiglia rovinandola per sempre: la scomparsa della sorella maggiore Julia. I genitori si sono separati e, mentre la madre ha cercato di rifarsi una vita, il padre non si è mai ripreso e ha continuato a vivere nel ricordo e nella speranza di rivedere la figlia. L’assassinio del marito di Claire e il rapimento di una nuova ragazza (avvenimenti solo in apparenza scollegati) riavvicinano le due sorelle. Messe da parte recriminazioni e rancori, Claire e Lydia si ritrovano una a fianco dell’altra nella ricerca di una verità tenuta nascosta per troppo tempo. Impareranno a fidarsi reciprocamente e proveranno a ricostruire un rapporto che, nonostante tutto, non si è mai realmente interrotto.
Il tema trattato, snuff film, violenza e tortura sulle donne, non è sicuramente nuovo, ma la Slaughter dimostra una volta di più come per una brava scrittrice sia possibile trattare un tema abusato senza scadere negli stereotipi del genere. Senza essere ripetitiva e scontata. Costruendo, al contrario, una trama assolutamente nuova e avvincente, ricca di suspense e colpi di scena dove niente è quello che sembra in prima battuta ed è sufficiente svoltare un angolo per vedere crollare ogni convinzione. Una storia credibile e strutturata con grande attenzione ai dettagli e alla caratterizzazione dei personaggi che crescono e si complicano pagina dopo pagina. Così come cresce la consapevolezza che il male è molto più vicino di quanto le due sorelle avessero mai sospettato.
La penna della Slaughter è tagliente e cattiva. Per nulla indulgente, non risparmia al lettore scene macabre e disturbanti, lo seduce e tira dentro a forza nella storia senza lasciargli scampo. Lo costringe ad affrontare le pagine con voracità, a mantenere sempre viva l’attenzione e, più di una volta, a trattenere il respiro. Perché non ci sono tempi morti o pagine da saltare. Ogni frase è necessaria e imprescindibile per completare il mosaico di paura e terrore concepito dalla Slaughter. Un mosaico con una resa finale imprevedibile, destinato a rivelarsi nella sua interezza solo nelle ultime battute del romanzo.

Ferdinando Pastori

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