Gli schifosi – Santiago Lorenzo



Santiago Lorenzo
Gli schifosi
Blackie
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Manuel apre il portone del proprio palazzo e viene investito dai disordini di una manifestazione che ha occupato le strade di Madrid. Scambiato per un antagonista in cerca di rifugio, un poliziotto lo segue e nell’androne del palazzo; dove nessuno vede, sente e parla, Manuel compie un gesto irreparabile per autodifesa. Infierisce al poliziotto un colpo mortale, restituisce quella violenza con cui è stato aggredito e colpisce l’uomo con un cacciavite. Agonizzante viene abbandonato nel palazzo. Manuel, il protagonista de Gli schifosi di Santiago Lorenzo, tradotto da Bruno Arpaia e pubblicato dalla neo nata Blackie Edizioni, diventa un fuggitivo. Sconvolto da ciò che è accaduto, ma con la mente lucida, lascia Madrid facendosi scudo con un ombrello, aperto prima che si scateni il temporale, impedendo ai vari circuiti di videosorveglianza di riprendere il suo volto e, in un secondo tempo, alla polizia di identificarlo. Giunge per Manuel la consapevolezza di vivere, da ora, un tempo sospeso. Convinto di essere ricercato dalle forze dell’ordine, ma che di fatto tardano a mettersi sulle sue tracce, con l’aiuto di uno zio (voce narrante del romanzo), Manuel lascia la capitale spagnola e si rifugia a Zarzahuriel, un villaggio di poche case abbandonate, forza la serratura di una casa in rovina, fatiscente, priva di qualsiasi comodità dall’acqua corrente all’elettricità e lì si stabilisce. Manuel prende confidenza con il suo tempo sospeso: gli agi, le relazioni interpersonali, le costrizioni sociali saranno il suo rifiuto. Meno Manuel avrà a disposizione, meno sentirà di averne bisogno per condurre la sua nuova vita.
Tradotto per la prima volta in Italia, Santiago Lorenzo, lasciato il mondo del cinema e dedicatosi a tempo pieno alla letteratura, affronta, nelle sue opere, le precarietà tragicomiche degli uomini contemporanei. Gli schifosi, il suo quarto romanzo, il primo uscito in Italia è stato definito “la sua opera più pura, politica e lirica” che racconta di “un uomo che, come lui, vive isolato in un paesino in mezzo al nulla”.
Come un “moderno jainista”, Manuel prende le distanze da un mondo che non riconosce più, quasi volesse interrompere il suo ciclo del karma, quasi volesse scontare ora il suo omicidio, fare in modo che le cose materiali gli scivolino addosso e allo stesso tempo non sia più lui la causa del male altrui. Un ritiro dal mondo che non è una punizione, ma la creazione di un suo proprio mondo in cui la libertà sta nel disporre del proprio tempo, nello sfruttare il proprio genio con mezzi rudimentali e aprire quella via perfetta nella quale non lascia briciole per cercare, un giorno, la via del ritorno. Romanzi tascabili, cibo procacciato nei dintorni e una piccola spesa fatta al Lidl e recapitata davanti a casa sono gli unici mezzi di sostentamento per Manuel. Solo, senza difese, analizza la propria libertà come un’opportunità regalatagli proprio dal poliziotto morto. Tuttavia l’idillio utopico in cui Manuel si è arroccato potrebbe avere i giorni contati. Consapevole di una certa corruzione che corrode le nostre società, cercherà la soluzione per rafforzare le proprie difese, prendere le distanze, ma chi sono, in verità, gli schifosi che danno il titolo al romanzo? Che fine farà Manuel quando la bolla in cui si è rifugiato sarà pronta ad esplodere? Subirà il fascino di un certo revanscismo con il quale ottenere giustizia per se stesso oppure sconterà la pena per aver ucciso un uomo? “Si parla molto della Spagna spopolata, vuota, e sempre in tono doloroso per il crescente numero di nuclei abbandonati”, una Spagna rurale con le imposte rotte che attende il proprio destino, resta sullo sfondo di una vicenda troppo umana.

Paola Zoppi

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