Sorelle – Bernard Minier



Bernard Minier
Sorelle
La nave di Teseo
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Nel 1993 Martin Servaz è da poco entrato a far parte della polizia giudiziaria di Tolosa. Il suo aspetto un po’ trasandato e la sua giovane età suscitano l’ilarità dei colleghi e la diffidenza della gente.  Il primo caso a cui partecipa si rivela sin da subito eclatante: due sorelle, Alice e Ambre, vengono ritrovate senza vita, abbigliate come due comunicande. Fra le loro carte la polizia rinviene una corrispondenza epistolare tenuta con il noto scrittore di gialli Erik Lang. Il tono delle lettere e altri indizi sembrano puntare direttamente alla colpevolezza di Lang, quando un compagno di scuola delle due sorelle si toglie la vita, lasciando una confessione in cui si auto-accusa del duplice omicidio. Trascorsi venticinque anni, Servaz è diventato comandante e si è trovato spesso ad affrontare il male. In una gelida notte di febbraio si reca una villa, teatro dell’orribile morte di una donna, vestita da comunicanda. Incrociando lo sguardo del marito della vittima, si ritrova davanti Erik Lang. Solo una coincidenza?
Sorelle, quinto romanzo di Bernard Minier, ripropone il personaggio di Martin Servaz, che tanti lettori ha conquistato. In questa nuova avventura non deve affrontare, almeno non direttamente, il suo nemico storico, Julian Hirtmann. Le vicende sono ambientate in due periodi ben distinti, il 1993 e il 2018. Nel primo l’autore ci racconta l’ingresso in polizia del protagonista e la sua non condivisione dei metodi brutali di superiori e colleghi. Giovane e ancora inesperto, Servaz ha delle buone intuizioni sull’omicidio delle due ragazze, ma poi il caso viene archiviato con il suicidio del presunto colpevole. Venticinque anni dopo, la vita di Martin è totalmente cambiata, soprattutto per l’inaspettata comparsa del figlioletto Gustav (come Gustav Mahler, il grande compositore e direttore d’orchestra austriaco… e non è una coincidenza), “regalo” della sua nemesi Hirtmann. Il destino lo mette di nuovo di fronte a Erik Lang e gli indizi lo portano a riaprire le indagini sulla morte di Alice e Ambre. Questa volta Servaz è al comando delle operazioni ed è deciso a fare di tutto per provare la responsabilità dello scrittore di gialli. I colpi di scena abbondano e, mai come qui, conta il detto per cui “la vendetta è un piatto che va servito freddo”. Anzi ghiacciato, considerate le basse temperature che caratterizzano il febbraio di Tolosa. Molti sono i riferimenti ai quatto romanzi precedenti che consiglio di “recuperare” perché ne valgono davvero la pena.

Massimo Ricciuti

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