Una quarta storia per il cinquantenne maresciallo Isidoro Corradi, il protagonista di Armando d’Amaro, figura interessante di un uomo che nella realtà vive una seconda vita. Insomma un carabiniere e un detective inconsueto che travalica l’inquadratura tradizionale con un certo inconfessato romanticismo, impossibile controllare i flash back che volente o nolente gli riportano l’avventuroso passato nella legione straniera. Un individualista sfegatato, insofferente dei lacci e laccioli, un uomo tutto d’un pezzo e quindi nemico dei compromessi di ogni genere, costretto talvolta, a navigare a vista nelle maglie della burocrazia con un personalità precisa che lo inserisce nel filone di detective un po’ scorbutici, ma che riescono lo stesso a farsi apprezzare dai collaboratori e a trarre da loro il meglio di se stessi.
Stavolta Isidoro Corradi si trova in mano (si fa per dire), la morte in casa di una vecchia signora. Emilia Elvira Gaetani, ricca ultranovantenne, bella villa, splendida collezione di quadri, è stata ritrovata dalla domestica con il cranio fratturato. Incidente? Ma il carabiniere Canepa, uno dei suoi uomini, appena arrivato sul posto ha dei dubbi e chiama il capo, il suo maresciallo.. Che anche lui… Eh già per forza. Perchè Corradi conosceva la Gaetani, le aveva fatto un piacere e lei lo ha nominato esecutore testamentario, lasciandogli in eredità i suoi diari… “voglio che li legga senza giudicarmi troppo severamente, poi ne faccia l’uso che riterrà più opportuno”. Ma quei diari si sono volatilizzati. Sono stati rubati. Cosa diavolo contenevano di tanto importante? Insomma una bella gatta da pelare.
Corradi deve cercare la verità, rimestando nei segreti, debolezze, peccati e peccatucci dei multiformi eredi e legatari di un testamento, ma contemporaneamente scavare nel passato, scoprire cosa nascondevano quelle carte. Quali inconfessabili segreti di un tempo lontano Emilia Elvira Gaetani aveva affidato a quelle carte? Ma chi l’ha uccisa ucciderà ancora. Indizi e prove frammentarie confondono la scena. Le indagini si complicano. Bisogna usare testa e immaginazione perché la soluzione è da scovare faticosamente, scavalcando le zone d’ombra che rischiano di portare fuori strada.
Prosa interessante, scorrevole, narrazione al presente e in prima persona per un giallo ben congegnato, costruito con un narrazione molto dettagliata, a tratti meticolosa per uno scenario godibile.
Il testamento della signora Gaetani
Patrizia Debicke