Jessica Fellowes – Scandalo in casa Mitford



Jessica Fellowes
Jessica Fellowes
Neri Pozza
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Un mistero tra upstairs e downstairs
Al terzo capitolo dedicato alle sorelle Mitford (Scandalo in casa Mitford,Neri Pozza, pagg.336), Jessica Fellowes, scrittrice e giornalista, conferma di aver ereditato dal celebre zio Julian Fellowes, indimenticabile ideatore della saga televisiva di Downtown Abbey e autore del graffiante Snob (Neri Pozza, 2005), il suo vivace e dissacrante talento di ritrattista dell’aristocrazia britannica, non disgiunto da un estro tutto personale nel confezionare convincenti mistery classici, che muovono da personaggi realmente esistiti e da vicende che all’epoca arroventarono cronaca nera e scandalistica.
Senza anticipare troppo le conclusioni di questa mia recensione, direi anzi che l’autrice, alla sua terza prova firma il capitolo forse più brillante e persuasivo delle detection novel fin qui da lei dedicate alle sei ruggenti sorelle Mitford, le aristocratiche bellezze che animarono la scena mondana londinese tra le due guerre mondiali.
Sul principio di una tiepida serata di giugno del 1928, Diana, terzogenita dei Mitford che nella sua fulgida bellezza ha saputo coniugare il meglio del corredo genetico dei genitori, si reca con la sorella Nancy a una festa esclusiva nella residenza londinese dei Guinness, i magnati irlandesi della birra. Diana, ancora diciasettenne, incanta l’erede dei padroni di casa, Bryan che quella sera stessa concepisce l’appassionato progetto di sposarla. Incontro fatale il loro, per più di un motivo, visto che poco più tardi due giovani cameriere, salite sul lucernario al quarto piano del palazzo proprio per spiare gli svaghi di quella gioventù dorata, precipitano rovinosamente da oltre dieci metri di altezza. Una muore, l’altra rimane gravemente ferita.
Alla serata è presente anche Louisa Cannon, il cui talento investigativo è già emerso in passato, quando era cameriera di nursery della famiglia Mitford e poi chaperon della primogenita Pamela, e che ora si trova in casa Guinness nella veste occasionale di addetta alle cucine. L’incidente alle due sfortunate giovani viene catalogato appunto come tale e neppure il fiuto di Louisa la induce a sospettare qualche oscura macchinazione. Finisce anzi per legare ancora una volta il suo destino ai Mitford divenendo, di lì a poco, la cameriera personale di Diana, andata in sposa con grande sfarzo al rampollo Guinness. Al loro seguito, inizia così per Louisa una girandola di viaggi e mondanità, ai quali assiste in disparte ma pur sempre da una posizione privilegiata: sul Golden Arrow, il treno di lusso che collega Londra a Parigi, o in motoscafo nella laguna di Venezia, dove non tutto però indossa gli smaglianti colori della fiaba e altre due morti e un tentato omicidio si aggiungono alla disgrazia delle due giovani serve dei Guinness, finendo per dimostrare che una mente crudele è all’opera nell’intento di distruggere quell’universo di dorati privilegi.
Con scrittura sempre briosa, Jessica Fellowes ci conduce dal 1928 al 1932, attraverso quattro anni che cambiarono i destini d’Europa: da un apparentemente immutabile giugno londinese in cui le “debuttanti dorate […] erano pronte a danzare per tutta la stagione, decorative come piante sempreverdi ben accudite”, al momento in cui anche nel Regno Unito iniziarono a farsi sentire le conseguenze del “venerdì nero” di Wall Street, accompagnate dal crescente timore “che il crollo dell’economia, l’aumento della disoccupazione e le proteste sociali attraversassero l’Atlantico e si diffondessero in Europa”. E anche se il circolo dorato di Diana e Bryan e dei loro amici continua a danzare e non si cura delle nubi all’orizzonte, queste si fanno sempre più scure con l’avanzare dell’ideologia nazista e fascista, finendo per travolgere lo stesso matrimonio della giovane coppia Guinness per il colpo di fulmine tra Diana e Oswald Mosley, leader della futura Unione Britannica dei Fascismi e che lei sposerà in seconde nozze, celebrate nientemeno che alla presenza di Hitler.
Giocato con abilità tra realtà e finzione, Scandalo in casa Mitford pesca brillantemente dalla cronaca dell’epoca (le due giovani cameriere precipitarono davvero dal lucernaio di casa Guinness, così come Diana divorziò da Bryan Guinness per sposare il leader fascista e la pittrice Dora Carrington si uccise per il dolore conseguente alla fine dell’amato Lytton Strachey) e mette in scena con pari realismo figure reali e immaginarie. L’intera famiglia Mitford, dai genitori alle sei figlie e all’unico maschio Tom, i loro amici, la loro servitù si mescolano con assoluta credibilità ai personaggi di penna, in primis Louisa Cannon e il suo innamorato, il sergente del CID Gauy Sullivan.
Louisa anzi, con l’aspirazione a un futuro migliore e quella sua insofferenza alle convinzioni non sempre domata, incarna il convincente modello di una donna alle soglie di tempi nuovi, in procinto di superare la fatidica porta in panno verde, quella che separava downstairs da upstairs, e diventare come le donne che “acquistavano prestigiosi titoli accademici, compivano importanti scoperte scientifiche, esploravano regioni sconosciute, volavano in aeroplano, donne dai capelli corti e dagli abiti sportivi che nelle fotografie sorridevano, sicure di se stesse, come per dire: “Guardate! Possiamo fare tutto quello che fanno gli uomini.””.
Una lettura divertente ma non banale, che cela spesso argute riflessioni sociali e documentate rivelazioni storiche e che, sul fondale a smalto vivace di un’Europa che sta per cambiare, inscena un intrigante mistero deduttivo.

 

Giusy Giulianini

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