Toccalossi e l’impicciona



Roberto Centazzo
Toccalossi e l’impicciona
Frilli
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Nella sua quinta uscita con la Frilli, Roberto Centazzo riporta in scena il suo protagonista, il giudice Toccalossi, ormai Procuratore Distrettuale Antimafia e facente funzione di Procuratore capo a Genova, oberato di lavoro ma indefesso e insostituibile, sempre disposto ad accollarsi nuovi incarichi e tonnellate di lavoro.
Ormai lo conosciamo bene, anzi ci sembra quasi uno di casa: con la sua coscienza da persona giusta, le sue inveterate abitudini da uomo solo senza legami, di tiratardi e di geniale capoccione al limite della testardaggine e con una vita sempre di corsa, tra mille impegni, decisioni e cose irrimandabili da fare, avanti e indietro tra Savona e Genova spalleggiato dal fido e inossidabile maresciallo Centofanti.
Stavolta in: Toccalossi e l’impicciona, il nostro procuratore, abbastanza stanco e scoglionato, si trova tra capo e collo una strana indagine. Un uomo, un certo Igor Delfino, o almeno pare, persona di nessun conto a giudicare da quel poco lasciato appoggiato su un muretto vicino alle rotaie e consegnato all’assistente capo della polizia di Stato Giuseppe Codino, è finito sotto un intercity prima della Stazione di Porto Principe. Suicidio, disgrazia. Un bel mistero e poi c’è il brutto dubbio che qualcuno ce l’abbia spinto e che invece si tratti di un delitto. E infatti Nerina, settantanovenne vicina di casa del morto, vorrebbe parlare con Toccalossi perché avrebbe diverse cose da raccontargli.
Ma se è stato un omicidio, perché e chi l’ha commesso? Criminali? Aleggia un venticello che parla di servizi. Uomini delle istituzioni?
Tuttavia tra disguidi, incontri mancati, problemi e ritardi, questa parrebbe proprio un’indagine che non “s’ha da fare”. Ma Toccalossi non si fa ingabolare, annusa indizi, screma prove e non si ferma.
Però all’improvviso tutto cambia: Centofanti che, con le nuove regole non può più offrirsi l’agognata pensione, viene riempito di botte e spedito con polso e gamba rotti all’ospedale e Toccalossi deve correre a casa in Puglia perché sua madre sta morendo. Al suo ritorno, con Centofanti che si chiama fuori gioco, abbiamo la new- entry dell’agente Giuseppe Codino al fianco del giudice. Poi le carezze di una donna daranno a tutti una nuova dimensione alla vita e magari voglia di sognare.
Ciò nondimeno il prefetto suggerisce a Toccalossi che quell’indagine va classificata come riservata e bisogna chiuderla alla svelta e in qualche modo. Bisogna tirare un riga trovare una soluzione plausibile e mettere all’angolo la verità.
Una piacevole trama giallo chiaro che riesce a mischiare garbatamente le carte in tavola, condita da umanissime impressioni e reali sensazioni di pelle dei vari personaggi in scena.
Imperdibile la bucolica chiusura.

 

Patrizia Debicke

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