Il maresciallo Carmine Dioguardi torna ai suoi lettori con una nuova avventura ambientata come la precedente, “Sa morte secada”, tra i monti interni della Sardegna pastorale ed arcaica. Siamo a Bonela, paesino del nuorese, nel 1969 anno in cui si registrano i fatti storici di Pratobello e il rapimento Lavorini (poi assassinato).
La vittima è Narciso Aggius, lo scemo del villaggio, rinvenuto sui monti con la testa sfondata, il corpo semibruciato e ferite da coltello al costato. Narciso era il servo pastore di Tonneddu Corrias, versione sarda del verghiano Mastro don Gesualdo, padre dell’inetto Gesuino, maritato con Chiarella Fadda, dagli occhi dolci e profondi che suscita nel suocero più di un appetito. Chiarella sale spesso all’ovile di Narciso, per fargli il bagno e giocare con lui, dotato da madre natura di ottimi argomenti. Ma chi ha provocato quelle profonde cicatrici sul petto di Narciso?
E chi sono i pastori che ad ogni carnevale sequestrano Narciso e lo costringono a mangiare carne cruda insieme a loro? Cosa rappresentano Jaccu e Ceomo? La risposta è celata nel lontano passato nuragico dell’isola. Nicola Verde, autore campano, torna scrivere di quella terra bellissima e selvaggia che è la Sardegna, con questo giallo antropologico dai risvolti tragici, rendendo omaggio ad un popolo, alla sua storia e alla sua donna. Prefazione di Marcello Fois.
Un’altra verità
Roberto Mistretta