La ragazza nella nebbia



Donato Carrisi
La ragazza nella nebbia
Longanesi
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Donato Carrisi torna alla carica con un nuovo, affascinante romanzo. Dopo Il Suggeritore, vincitore del Premio Bancarella 2009, con il quale ha spiazzato i lettori di tutto il mondo per la sua straordinaria capacità di farci fremere, Carrisi propone un nuovo romanzo in grado di risvegliare fantasmi oscuri racchiusi in ogni animo umano, portando alla luce le nostre più remote e segrete paure. Carrisi non ha mai sbagliato un colpo. Con Il Tribunale delle Anime (2011), La donna dei fiori di carta (2012), L’ipotesi del male (2013) e Il cacciatore del buio (2014), tutti editi da Longanesi, Carrisi ha centrato sempre il bersaglio, arrivando dritto a colpire le menti dei lettori, coinvolgendole come pochi sanno fare e sconvolgendole, scuotendole, mettendo a nudo e scandagliando l’idea e la genesi del male.
Carrisi ci trascina nella mente dei criminali, ci spiega in maniera dettagliata ma anche semplice i meccanismi che ne regolano le azioni malvagie, mettendo a nudo la loro nefanda psicologia.
La ragazza nella nebbia non fa che dimostrare la sua straordinaria bravura. Questo romanzo affronta un tema attualissimo: l’uso/abuso che i media operano riguardo la cronaca nera. Ormai siamo inondati, bombardati di programmi e show televisivi in cui si affrontano, in maniera del tutto ipocrita, i casi più spinosi della cronaca nera italiana. Con un’insistenza ossessiva e diabolica, questi programmi non fanno che amplificare il dolore di una morte o di una scomparsa, distruggendo le vite delle persone coinvolte e sfruttando il male per fare audience. Sciacalli che si nutrono di disgrazie e che non mirano a scoprire la verità o a dare giustizia alle vittime, perché “la giustizia non fa ascolti, amico mio. La giustizia non interessa a nessuno”, come scrive, a ragione, Carrisi. Professionisti dell’opaco che si nutrono di disgrazie e trascinano anche per anni queste cronache, trasformando a piacimento la realtà, annunciando continui scoop – spesso fasulli e mirati unicamente ad attirare l’attenzione del pubblico – adoperati ignobilmente.
Al pubblico interessa il torbido, la nebbia, il male, perché “abbiamo tutti bisogno di un mostro, dottore. Abbiamo tutti bisogno di sentirci migliori di qualcuno”. Carrisi affronta il tema del terrorismo psicologico operato dai mass media, di cui l’uomo medio non ha percezione perché imprigionato in una fitta rete attraverso la quale non si distingue più il bene dal male. “Il male è il vero motore di ogni racconto: gli eroi e le vittime sono solo uno strumento, perché ai lettori non interessa la vita quotidiana, hanno già la loro. Vogliono il conflitto, solo così riescono a distrarsi dalla propria mediocrità”, scrive Carrisi.
La ragazza nella nebbia ci mostra ciò che di paradossale esiste in questo modo di fare “notizia”, e lo fa in una maniera delicata seppur esplicita, mettendoci di fronte a una storia e lasciandoci soli a trarre le necessarie conclusioni.
La scomparsa di Anna Lou Kastner è il motore centrale della trama: il tranquillo paesino di montagna in cui la ragazza viveva con la sua famiglia rimane letteralmente scioccato dal terribile evento. Ma soprattutto dall’ipotesi, avanzata dall’agente speciale Vogel, che dietro questo tragico avvenimento ci sia l’impronta di un mostro. I cittadini appaiono immediatamente pronti a puntare il dito sul primo indagato, e a nessuno importa se quella persona sia davvero colpevole: l’importante è avere qualcuno da giudicare. Il paese diviene subito meta dei viaggi del terrore, attirando le persone come mosche insensibili al dolore altrui. L’agente Vogel sa come attirare l’attenzione dei media, e sa anche come manovrarli a suo piacimento per raggiungere i suoi obiettivi. Sa usare le parole giuste, curante con raffinatissima attenzione, sparse nelle frasi che sembrerebbero – erroneamente – del tutto spontanee.
Ma cosa può succedere quando anche chi è chiamato a indagare, a fare “giustizia”, ha un comportamento subdolo e calcolatore? Quando l’interesse personale e il desiderio di rivendicare la propria vita e la propria professionalità diventa più importante della vita di una ragazzina innocente, di sedici anni, strappata via dalla sua casa e dai suoi affetti?
Questo romanzo incredibile riserva sorprese sino alla fine, fino all’ultima pagina, catalizzando l’attenzione dei lettori in un crescendo di suspance e colpi di scena . Struttura, trama, il linguaggio di Carrisi: tutto si incastra e si amalgama in  maniera perfetta , non lasciando spazio a sbavature o cali di tensione.
Un romanzo spettacolare, da amare e assaporare con calma e soprattutto, spegnendo la televisione.

Federica Bruno

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