Una stagione selvaggia



lansdale
Una stagione selvaggia
einaudi
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Lansdale è uno di quegli autori che non ha bisogno di presentazioni, ma la prima volta che ho letto un suo libro ero più che altro curiosa di fare la conoscenza di Leonard, uno dei protagonisti di una fortunata serie di romanzi che, in quanto gay dichiarato, rappresenta una vera rarità nell’ambito della letteratura noir. Il primo libro che ho scelto non mi è piaciuto, tanto che il linguaggio volgare e autocompiaciuto, un po’ da adolescente che si diverte un sacco a dire culo, i dialoghi sempre troppo sopra le righe e i personaggi tagliati con l’accetta mi hanno impedito di finirlo. La curiosità nei confronti di Leonard però non passava, uno come lui dopotutto meritava una seconda chance. Allora sono andata a caccia del primo romanzo della serie, Una stagione selvaggia, sperando di capire non solo il fascino di Leonard ma anche quello di Lansdale, e ho capito. In quel libro c’è tutto: personaggi a tutto tondo e non solo macchiette, un ambiente che non è solo lo sfondo ma il motore della storia, un’impietosa critica sociale. E poi ci sono ritmo, cinismo, poesia, ironia, idealismo, amicizia, tristezza, brividi e paura. E Leonard? Per dirla alla Lansdale, “il ragazzo è maledettamente cazzuto”.
Sarah Sajetti

sarah sajetti

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