Il settimo figlio



Árni Thórarinsson
Il settimo figlio
Edizioni del Capricorno
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 Il dono magico, taumaturgico del settimo figlio: leggenda o realtà? È intorno a questo interrogativo che ruota “Il settimo figlio”, secondo capitolo della saga incentrata sulle inchieste dell’irriverente cronista Einar. Il giornale per cui lavora, nell’ottica di ampliare il proprio pubblico in tutta l’Islanda, lo ha inviato questa volta in una sperduta cittadina dei Fiordi Occidentali, Ísafjörður, dove non accade mai nulla.
Almeno fino a quando non vi mette piede questo sarcastico cronista nato dalla penna di  Árni Thórarinsson, un ex alcolista, incapace di trattenere la curiosità. Per Einar frugare nelle vite altrui e arrivare alla verità è molto più facile che affrontare i suoi di problemi, particolarmente evidenti anche nel conflittuale rapporto con Margrét. Così, alla disperata ricerca di uno scoop in questa località dove la monotonia si accompagna al freddo, si imbatte prima in un incendio doloso, quello di un’antica casa del centro, e poi nella profanazione di una tomba nel cimitero locale. Ma è solo l’inizio: dentro il camper di una coppia di turisti lituani rubato qualche giorno prima vengono trovati i cadaveri di due giovani imprenditori di Reykjavík, un famoso ex calciatore e il suo amico, che erano a Ísafjörður per il matrimonio di un conoscente. Alla loro scomparsa sembra collegata anche quella di un parlamentare emergente, candidato alla direzione del Partito Socialista, il cui cadavere è stato ritrovato alla periferia di Reykjavík. Un’intricata tela di segreti, bugie e silenzi in cui si riflettono anomalie e contraddizioni della società di oggi, dove indifferenza ed egoismi regnano incontrastati e accrescono silenziosamente quei profondi malesseri che sfociano in violenza, bullismo ed emarginazione.
E attraverso la figura di Einar “Il settimo figlio” mette in luce anche i perversi meccanismi che si annidano nel mondo della comunicazione, dietro lo scoop giornalistico, nei delicati rapporti tra giornalisti e inquirenti. Ma più che lo sviluppo narrativo, sono le scelte stilistiche a risultare particolarmente convincenti: la brillante costruzione dei dialoghi, la capacità di portare interessanti spunti di riflessione, la cura nel restituire atmosfere e colori dei paesaggi nordici, gli stralci di canzoni celebri a integrare la narrazione. Elementi che ne rendono ancor più godibile la lettura.
Giulio Oliani

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