Urla nel silenzio



Angela Marsons
Urla nel silenzio
Newton Compton
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Un romanzo di debutto che dovrebbe essere il primo di una serie poliziesca con per protagonista la detective Kim Stone. Urla nel silenzio ha scalato le classifiche inglesi in e-book, raggiungendo in un anno una cifra da capogiro e diventando il romanzo più letto in ebook dopo La ragazza del treno.
Di Urla nel silenzio sono già stati venduti i diritti in diverse lingue e la sua autrice, Angela Marsons, inglese puro sangue e residente nella Black Country, dove è ambientata la sua storia che ha già conquistato così tanti lettori, sta diventando una promessa del thriller internazionale.
In arrivo in UK l’edizione cartacea, pubblicata ora anche in Italia dalla Newton Compton.
Beh, è un libro che corre e si fa leggere. Parte da Rowley Regis, Black Country nel 2004 con un attacco magistrale che ci porta direttamente nel cuore di un malefico pentacolo, con cinque persone in piedi intorno a una piccola fossa, poco profonda. Ognuno di loro, dandosi il turno, ha dovuto scavare rompendosi le mani nella terra resa come la pietra dal gelo, per far sparire il cadavere di una giovanissima vita immolata per firmare un oscuro patto di sangue. Patto che cela un terribile segreto destinato a essere e restare sepolto per sempre sotto terra.
Ma anni dopo, Teresa Wyatt, composta preside di una locale scuola femminile, viene assassinata, annegata nella sua vasca da bagno. La casa non è stata svaligiata, quindi non si tratta di un omicidio per rapina.
Il caso viene affidato a Kim Stone, una trentacinquenne appassionata di moto, tutta d’un pezzo, anzi asociale al punto di sembrare priva di sentimenti, ma un ottimo detective anche se spesso fuori dalle righe, e alla sua squadra.
Salterà fuori l’interessante particolare che la vittima negli ultimi giorni aveva cercato di mettersi in contatto con il professor Milton, un docente e stimato archeologo che stava per cominciare lo scavo in un campo alla periferia di Rowley Regis alla ricerca di antiche monete preziose. E il professor Milton ha ricevuto una precisa minaccia che vorrebbe costringerlo a fermarsi.
Ma  non basta, l’assassinio di Teresa Wytt sarà solo il primo di un’ondata di omicidi nella Black Country. E ben presto la detective Kim Stone arriverà a scoprire che tutti i morti ammazzati facevano parte del personale che lavorava a Crestwood: un orfanatrofio o casa ricovero per bambine abbandonate o maltrattate, andata completamente distrutta in un incendio.
E quando nel corso delle indagini nel campo destinato allo scavo archeologico, proprio vicino ai ruderi bruciati dell’istituto, tornano alla luce i resti di un corpo, sepolto tanto tempo prima, Kim Stone capisce che bisogna frugare a fondo nel passato perché tutto sembra indissolubilmente legato alle piccole ospiti dell’istituto di Crestwood.
Kim Stone è un bel personaggio, (destinato a diventare seriale e infatti l’autrice lascia molte cose in sospeso) credibile, duro, quasi crudele con se stesso, che crede nel suo lavoro e che vorrebbe garantire sempre giustizia per tutti.
Kim Stone, che è cresciuta affidata all’assistenza pubblica, prende a cuore il caso, vuole andare e riuscirà ad andare fino in fondo e, pagina dopo pagina, scopriremo di più sul perché delle sue difficoltà di rapportarsi con gli altri, legate alle sua terribile storia personale con una madre psicopatica.
Un buon ritmo, per numerosi colpi di scena ben calibrati. Chi sarà mai l’assassino? Un serial killer? Forse? Oppure chi ha ucciso, ha dovuto uccidere? Chi ha ucciso può uccidere ancora? E perché? E chi mai potrà essere?
Io non dirò altro.

 

 

 

 

Patrizia Debicke

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