Assassinio a Prado del Rey



manuel vázquez montalbán
Assassinio a Prado del Rey
Feltrinelli
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Quattro storie legate dalla sordidezza tra Madrid e Barcellona. Quattro racconti per tornare in compagnia di Pepe Carvalho (e chissŕ se il baule della meraviglie inedite contiene ancora qualche foglio al suo interno) e con lui il suo grande papŕ, Manuel Vázquez Montalbán inopinatamente morto sei anni fa all’aeroporto di Bangkok. Assassinio a Prado del Rey ci restituisce l’autore che da Tatuaggio in poi abbiamo imparato ad amare, dopo la parentesi del doppio Millennio, ultima (e faticosa) avventura del suo detective.
Carvalho viene chiamato nella capitale per far luce su un assassinio negli studi della televisione spagnola, poi su quello di una colombiana uccisa nel club dei nuovi potenti di Barcellona, quindi a snodare i fili dell’omicidio di una cubista appartenente a una famiglia altolocata e infine a risolvere il caso di quattro assassinati (tre uomini e un cane).
Libro svelto, da mandare giů come un fresco bicchiere di birra quando la sete riga la gola. Eppure c’č tutto Pepe Carvalho: ironico, amaro, eccessivo, generosamente appoggiato al lato piů carnale della vita e innamorato del cibo (tanto cibo, scelto e cotto con cura chirurgica) come fonte di ricambio del disincanto che la strada gli impone. Nel racconto che dŕ il titolo alla raccolta vive l’atmosfera lisergica e innocente tipica della Spagna anni Ottanta, quella che dopo il tentato golpe Tejero capě che la democrazia ormai era bambino di sana e robusta costituzione. L’atmosfera che gira attorno alla storia ha lo stesso ossigeno di un film come Pepi, Luci, Bon e le altre ragazze del mucchio di Pedro Almodóvar, tanto per rendere l’idea. E il Madonno, personaggio che adotta il nickname in onore della signora Ciccone, č un autentico colpo di talento.
Carvalho ha a che fare con un mare di schifo. Lui ascolta sapendo che il colpevole spesso č capace di scavarsi la fossa da solo. L’importante č essere nei pressi quando cadrŕ. Il resto č vita. Vita con Charo, la prostituta-amante. Vita con Biscuter, l’aiutante e raffinato cuoco. Vita perché si riesce a respirare ancora aria in giro. A Madrid certo (dove non riesce mai dormire), ma sempre e soprattutto Barcellona. La cittŕ che non finisce mai. E che per questo gli ha rapito il cuore. Anche se il suo compito č restare in equilibrio tra spregevoli, ignobili e meschine zecche dell’umanitŕ.

corrado ori tanzi

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