MilanoNera ospita oggi la prima tappa del blogtour di 331 metri al secondo, il libro di Rossana Rubino edito dalla HarperCollins Italia:
Una domanda all’autrice e la nostra recensione
Domanda:
Il tema della scelta, col suo valore quasi demiurgico, irrompe tra le pagine del libro: presenza attiva e protagonista, accompagna la vita di Chon, come quella dell’umanità intera. Vuole spiegarci meglio le parole di Lara?
Mariella Barretta per MilanoNera
Rosanna Rubino: Lara vede la vita come scontro di tensioni contrapposte, la volontà di costruire e la pulsione a distruggere. In Chon queste due tensioni lottano costantemente tra loro in misura e in modalità differenti a seconda delle circostante della vita. Attraverso le sue parole Lara vuole spingere l’amico a fare una scelta definitiva, e la scelta vera è tra vita o morte. Per Lara non esistono vie di mezzo, il limbo non ha senso, l’attesa peggiora soltanto le cose. Quando tutto va per il verso sbagliato, dice Lara, puoi decidere di morire, può essere una scelta rispettabile, a volte persino l’opzione più comoda. Ma in caso contrario, in caso tu scelga di vivere, allora devi per forza costruire, e farlo al meglio, con tutta la forza che hai dentro.
La recensione di Patrizia Debicke
Milano vibra in un indistinto, continuo, insopprimibile e travolgente parlare della gente. La gente sussurra, conversa, grida, libera milioni di parole in aria, che si alzano e vagano dalle strade mischiandosi ai tanti, infiniti suoni che trasudano dalla città fino a diventare intollerabile rumore. Un rutilante frastuono di uomini e cose« che mi salta addosso e si appiccica sulla pelle come sciroppo». Questa è la vera spaventosa ossessione di Chon, il protagonista di 331 metri al secondo, questo romanticamente e tragicamente strano romanzo di Rosanna Rubino. Il suo quotidiano incubo, perchè Chon possiede una dote, una straordinaria dote che alla fine è anche la sua condanna. Chon è in grado di percepire un singhiozzo tra la folla, scindere un sussurro dal boato di un tuono e cogliere il gorgoglio di una risatina nonostante il fragore di un treno in corsa. Se si impegna, riesce persino a sentire una frase, anzi tutte le parole di una frase a distanza di trenta metri. E, non può impedirselo: stando in mezzo alla gente, alla folla, finisce con ascoltare anche le cose che non vorrebbe. È la caleidoscopica voce della città, che Chon chiama il “murmur”. Milano, quattordici anni fa: Chon ha dodici anni e l’udito di un pipistrello. Iperacusia la chiamano, ma un’iperacusia di livello altissimo, inaudito. Questa sua peculiarità fa sì che, unico testimone di un fatto di sangue, aiuti il Fermo, giovane, biondo ed efficace sottotenente del Nucleo investigativo, a individuare i killer riconoscendo le loro voci. Ma quando sta per essere trasferito in un istituto per minori orfani, Chon fugge. Sotto choc, si infila in una stazione della metropolitana e si rifugia in un fetido buco delle gallerie sotterranee, dove avverrà un incontro che si trasformerà nel suo irreale amo di aggancio verso la vita. Ma…
Milano oggi: Chon ha ventisei anni. Vive in una villa abbandonata della periferia, lavora come saldatore nel modernissimo cantiere di due grattacieli di lusso, la Torre Ghiaccio e la Torre Vento e ha per unico amico Caesar, il sudamericano guardiano dell’area in costruzione che alloggia in un prefabbricato vicino ai due modernissimi giganti che svettano. Lassù in cima, dove spesso si sfiora la temperatura di 0 °C, la velocità del suono raggiunge esattamente i 331 metri al secondo. Con il passare del tempo l’udito di Chon è diventato ancora più potente. Impossibile per lui, condannato dalla sua iperacusia ad ascoltare tutte le voci di gioia o dolore, che si solleva dal suolo estraniarsi dalla città, inarrestabile sorgente di intollerabili rumori. Ed è anche per questo, dopo mesi dedicati a sopravvivere derubando gli altri, che Chon riconosciuto dal Fermo, promosso nel frattempo vice capo del Nucleo Investigativo ma che combatte ogni giorno una personale battaglia coi suoi demoni, è diventato un informatore della polizia e se ne va in giro per Milano tenendo le orecchie bene aperte. Perché ascoltando i dialoghi della gente, spesso riesce a scoprire segreti piani ed efferati crimini e talvolta riuscire a prevenirli. Ma nessuno sa che Chon in realtà aspetta da anni solo una cosa: la vendetta. E quel giorno è arrivato!
In una Milano squallida e inedita, fatta di grandi cantieri di torri in costruzioni inseriti nella cupa desolazione del paesaggio, Rosanna Rubino attraversa le pagine come un lampo di luce nell’oscurità, regalandoci un thriller diverso, quasi soprannaturale, con un indimenticabile protagonista. Un emarginato dalla società, che nasconde la sua forza prigioniero e vittima delle sue eccezionali doti. Sarà il sentiero della vendetta a regalargli finalmente la pace interiore o magari la chance di una nuova vita?
Rosanna Rubino: nata a Napoli, vive a Milano. È architetto, appassionata di fotografia, giramondo per passione. Ama scrivere nei bar, in mezzo alle persone.
Le prossime tappe del blogtour