Nero+



cavazzuti de batté
Nero+
lontra
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Due cose: una panchina e un taccuino nero.
Due persone: uno scrittore e un disegnatore.
I personaggi si alternano sugli oggetti: siedono e lasciano il loro segno sulla carta, inconsapevoli l’uno dell’altro.
La panchina osserva e dice loro “Lascia che la penna sia affilata”.
Questa č la cornice che raccoglie i sette racconti di “Nero+”, scritti da Edoardo Cavazzuti e accompagnati dai disegni di Daniele De Batté.
Sono racconti neri proprio come il taccuino su cui vengono scritti, dove perň il grottesco, la risata fra i denti, aspetta il lettore quasi ad ogni pagina, insieme alle sparatorie, ai pestaggi, e alle riflessioni sulla paura e sulla cattiveria.
Le ambientazioni e i personaggi delle storie sono i piů svariati: dalla classica rapina in banca compiuta da uno strano terzetto di ladri in “Porci da rapina” alla seduta di analisi dedicata a chi č frustrato dal sentirsi eternamente secondo e dimenticato di “Terapia di gruppo”; dalla storia di un detenuto in carcere, prossimo alla pena di morte definita come il delitto perfetto in “Blackout America”, alle inquietanti teorie sull’evoluzione umana di un docente universitario in “Monkey business”.
Ancora, l’incrocio dei viaggi attraverso il nord Italia di due uomini e una famiglia, gravati dal peso delle coincidenze e della fatalitŕ di “L’ultima marcia” e la figura misteriosa di un clochard in “Ricordi per lire”, storia che regala brevi quanto intensi scorci descrittivi di Genova.
Per finire, l’appendice “Sopravvivere in cittŕ”, racconto interattivo a scelta multipla, in cui il lettore si deve cimentare in prima persona per restare incolume.
Le illustrazioni che accompagnano queste pagine, che arricchiscono le storie a volte invadendo anche lo spazio della parola scritta non sfigurerebbero, per quanto sono surreali ma al tempo stesso fortemente materiche, in un libro di Chuck Palahniuk. Suggeriscono un incontro fra il tratto fitto di Lele Luzzati e l’iconografia onirica di Tim Burton; il senso del grottesco che permea le storie viene rafforzato anche da queste immagini che hanno il fascino un po’ inquietante di certe litografie ottocentesche.
La veste editoriale stessa del libro č fortemente accattivante, studiata per ricordare a chi lo prende in mano l’aspetto di un’agenda Moleskine, con la copertina nera e ruvida e gli angoli smussati.
Per finire, anche la promozione del libro, da parte della casa editrice la Lontra, č particolarmente curata, grazie al sito interamente dedicato al libro, che contiene diversi estratti dal testo, e alla produzione e diffusione di un volantino che contiene in forma integrale il primo dei sette racconti con alcune illustrazioni, e che sicuramente incuriosisce e invoglia a continuare la lettura.
Un piccolo libro forse poco conosciuto, ma che merita attenzione per la sua grande originalitŕ.

elisa longeri

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