Spin-off della fortunata serie La colf e l’ispettore, Abbaiare alla luna ha come protagonista l’ispettore capo Piera Jantet della questura di Aosta ed è ambientata nella Vallée .
Dopo una levataccia prima dell’alba di un maggio freddo e piovoso, due amiconi, manicali cercatori di funghi, Luigi e Anselmo, si sono arrampicati su un vecchio e cigolante fuoristrada per raggiungere di nascosto il “Posto”, una zona del bosco nota solo ad Anselmo , una specie di paradiso terrestre tappezzato di porcini, dove però trovano una pessima sorpresa. Perché la luce delle lampade frontali indispensabili per rompere le tenebre del bosco a quell’ora antelucana fa loro scoprire in una radura il cadavere di una donna nuda, semisepolta dalla frasche. Panico, affanno, angoscia e poi però invece di avvertire la polizia come vorrebbe saggiamente Luigi, l’amico Anselmo, appassionata vestale dei porcini decisa a difendere a ogni costo il suo segreto, imporrà un’altra soluzione. Togliere il cadavere dal “Posto. Insomma. caricarlo in macchina e portarlo da un’altra parte.
La settimana dell’ispettrice Piera Jantet della Questura di Aosta non poteva essere iniziata peggio. Intanto, il vice questore Pezzolari, ormai in odore di promozione, dall’alto della sua poltrona l’aveva convocata per comunicarle l’archiviazione dell’interminabile inchiesta sui camion misteriosamente scomparsi, secondo lei forse collegabile a passate indagini, poi l’apparente e innocua novità di uno strano caso: la denuncia di furto con come unico bottino il vaso con un cipresso nano, dall’appartamento dell’anziana Elide Vuillermoz. Pressata dalla derubata, la Jantet spedisce subito a indagare l’agente scelto Camagna, sessantenne e separato dalla moglie dopo ben quarant’anni di matrimonio, ancora definito dal vice questore “quello nuovo”, benché ormai trasferito ad Aosta da tre anni. Ma, nel frattempo, in un bosco di Blavy il giovane Tobia Brunod, che stava andando a mangiarsi una pizza con gli amici, fermatosi lungo la strada per fare pipì trova – anche se in realtà per i lettori ri-trova –il corpo senza vita della giovane donna di cui sopra spostata dai fungaroli.
La vittima completamente nuda, quindi priva di riconoscimenti, sembra sia stata accomodata quasi con rispetto (sappiamo già chi è stato). Bionda e piacente ha solo il tatuaggio di un filo spinato intorno ai fianchi e sulla schiena un secondo tatuaggio: un cuore creato con due impronte digitali.
Il medico legale che la dichiara morta per strangolamento circa diciotto ore prima, non riscontra apparentemente altre lesioni. Ciò nondimeno è sicuro che non sia sta uccisa sul posto: a suo parere il cadavere è stato spostato almeno due volte. Non certo una situazione ideale per reperire delle tracce utili. Altrettanto si tratta di un brutale omicidio. E Piera Jantet deve aprire un’inchiesta. Ma dove e come muoversi per cercare l’assassino? Intanto per ora non ha il nome della vittima, né tracce utili, né apparentemente alcun movente. La giovane morta si scoprirà presto però, tramite le impronte digitali, si chiamava Rita Vidal? Era stata in prigione per cinque anni, poi rilasciata. Il suo ultimo lavoro come aiuto sguattera era nella cucina del ristorante di Châtillon, Le Sapin gestito da Corinne Roux e dal marito, lo chef Pierre Blanc. Sempre precisa, rispettosa e puntuale ma da due giorni era assente non giustificata dal lavoro e a sua volta Blanc, il grande chef, pareva scomparso nel nulla da due giorni. Le Sapin è un Ristorante stellato della zona. Che rapporti poi ci sono tra Corinne Roux, suo marito Pierre e la bella cameriera di sala Eva Rosca e Rita Vidal? Per la questura di Aosta i casi da risolvere ora sono tre, si sono misteriosamente verificati altri furti di vasi con i fiori, l’omicidio della Vidal e ora la scomparsa di un famoso chef della zona.
Rita Vidal è forse stata assassinata per qualcosa che potrebbe rimandare al suo angosciante e tragico passato? Forse collegabile ma guarda un po’ a una lontana e mai risolta indagine di Rosset e magari anche a quella della Jontet appena archiviata? Pierre Blanc potrebbe aver strangolato la Vidal per poi tagliare la corda? Ma perché? Il vicequestore Pezzolari nicchia, borbotta nighittoso, fa la faccia dura poi concede via libera all’ispettrice ma ferreo in proposito dichiara : “La faccenda, va risolta in fretta” prima di borbottare: “una settimana e niente di più”.
Piera Jantet, scava e indaga, nel tentativo di ricostruire i contorni del caso che sempre di più assume le caratteristiche di un preciso disegno criminale. Non le resta che affidarsi all’intuizione, scaturita dalla straordinaria memoria visiva sviluppata dell’allampanato agente scelto Camagna nell’archivio di Casale Monferrato, sua precedente sede operativa. Scelta felice che potrebbe consentirle pian piano di riallacciare tutte le intricate fila e sbrogliare i nodi di un arzigogolato disegno , legato al presente quanto al passato. Un disegno in grado di montare un preciso e apparentemente perfetto piano criminale. Ma la faccenda è complicata e la Jantet non riuscirà davvero venirne a capo senza coinvolgere anche l’ex superiore e ispettore Jules Rosset, ormai in pensione ma riciclatosi come libraio e proprietario di un’enoteca nel Monferrato. Senza poi tenere conto del jolly rappresentato dalla nostra fantastica “colf” Alma Boero Kouyaté, una vera e dotata Sherlock Holmes in gonnella , in vacanza in Val d’Aosta per dare una riluttante mano a Rosset in un progetto di un Festival letterario con l’amico medico legale Orlando Calabrò.
E la loro sarà una complicata e funambolesca indagine che rimanda ad antichi e suggestivi indizi ed episod, Un’indagine che alla fine però saprà assemblare perfettamente, come tessere in un puzzle tanti e alcuni addirittura granguignoleschi particolari rivelatori.
Una nuova spassosa avventura targata Corciolani che ci rimanda alla vacanza aostana di Alma, Alfonsina e i ragazzi ospiti di Rosset. Un nuova avventura piena anche stavolta di una scoppiettante serie di fuochi d’artificio ma anche di episodi di straordinaria umanità incarnata dai protagonisti e comprimari. Prima di tutti Piera Jantet, con la sua rotonda stazza fisica, la sua vita personale solo in apparenza solitaria perché arricchita dalle chiamate di Tommaso, il suo compagno, all’opera nella lontana Finlandia. E dall’ottimo rapporto con la famiglia, il padre orgogliosamente al lavoro dietro il suo banco di salumeria, la tenerezza condivisa con la madre negli ohimè ormai pochi sprazzi di lucidità concessi dalla malattia, con Mathieu il suo geniale fratello social media manager e Liam il suo compagno, il rosso irlandese osteopata, ebanista e tatuatore, particolarità che si rivelerà utile all’indagine.
Abbaiare alla luna – Valeria Corciolani
Patrizia Debicke