Alessandro Robecchi – I cerchi nell’acqua.



Alessandro Robecchi
Alessandro Robecchi
Sellerio
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Carlo Monterossi protagonista indiscusso dei romanzi di Alessandro Robecchi si fa da parte introducendo il duo Ghezzi/Carella, con cui i lettori di Robecchi hanno già avuto a che fare in precedenza. La trama si svolge, come sempre, a Milano. Una Milano particolare, che non può non far venire alla mente il padre del noir italiano, Scerbanenco, la zona ticinese, dei Navigli, del Casoretto, del Giambellino, tra furti, con una vera e propria immersione in quel sottobosco che ha i suoi linguaggi, i suoi meccanismi mentali e dove incontri persone che, nonostante continuino i propri “affari”, si sentono persone sconfitte per sempre; e poi la prostituzione che è una vera e propria industria e quindi ciò che conta non può che essere la rendita ed il bilancio in positivo, e le prostitute/dipendenti passano da un pappone ad un altro in base esclusivamente a quanto rendono.
Quello che si potrebbe definire il pessottimismo di Robecchi/Ghezzi, o meglio ancora la sua amara ironia, si misura con la vita di ex galeotti, spacciatori, trafficanti, boss, di chi si ritiene tale ,galoppini ecc. Ghezzi si destreggia con il suo stile di vita “ sedersi, non dire nulla, ascoltare “ tra bar con clienti già pieni a metà mattinata e i nuovi mezzi di comunicazione di massa tecnologicamente avanzati, tra un collega/amico, Carella, in piena crisi esistenziale che veste gli abiti del fuorilegge e “club” dove si smazza la coca, si sistemano gli affari….. E, a dispetto dell’avvicinarsi della pensione, “ la sabbia della clessidra scivola verso il basso” , è obbligato dagli eventi ad indagare sul suo fido collega. Pare una umanità alla deriva, che a Ghezzi fa pena, ma non è così: è un universo in movimento e non può essere né capito né compreso da chi, e qui torna Monterossi, ha il suo mondo tranquillo e confortevole. Tra i due mondi c’è una distanza enorme, anzi riprendendo la parola da “ I cerchi nell’acqua “, c’è “ una voragine”
Degno di nota evidenziare anche quella che oggi pare a tutti gli effetti una frase profetica, quando di fronte ad uno starnuto, la reazione di Ghezzi è quella ovvia e naturale “ che sarà mai è un raffreddore,  mica la Sars o un virus”

Edoardo Todaro.

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