Assassinio a Pedra Manna. Le indagini del tenente Roversi
Benvenuti nella Sardegna dei misteri degli anni ‘60 con un altro caso per il tenente Giorgio Roversi. Bolognese DOC fanatico della scorza di cioccolato e di Tex Willer, trasferito da poco tempo in Sardegna. Poco tempo, si parla di mesi, ma in cui Roversi si è messo subito all’opera per ambientarsi in una terra con niente in comune con la sua amata Bologna e per cominciare ad arrangiarsi con la “lingua” del posto. Mesi in cui è persino riuscito a risolvere alcuni omicidi con l’aiuto della Squadra Speciale, formata dai suoi impagabili nuovi amici di Villa Flora, il padrone, Luigi Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma (come Roversi maniacale cultore di Tex) e Caterina, la bella e intelligente governante della tenuta, più il resto della famiglia e dell’altra gente di fattoria. Senza poi voler contare il fatto che, sempre con il loro aiuto, è anche riuscito a mondarsi dalle false accuse che l’avevano spedito in Sardegna. E persino i suoi rapporti personali con Caterina sembrano avviati verso una lieta conclusione.
Ciò nondimeno, le regole matrimoniali dell’Arma pretendono dalle mogli degli ufficiali una dote e uno status confacente ma anche le informazioni di tutti i parenti, sia in linea diretta che collaterali fino al quinto grado, da consegnare per ottenere il nullaosta. E Roversi prevede che non sarà così semplice o indolore reperire tutti i dati della numerosissima famiglia di Caterina.
22 marzo 1962 nuovo e intrigante capitolo della serie che si apre di nuovo a Villa Flora a Sassari. Mentre Baingio Cocco, manovale della piccola tuttofare azienda locale diretta da Mastro Vittorio, mentre sta lavorando per il ripristino della fossa biologica di Villa Flora di Don Luigi Gualandi, esplosa catastroficamente, scopre nello scavo una statuetta di bronzo e la nasconde immediatamente. Un prezioso manufatto di epoca nuragica? Qualcosa di straordinario che potrebbe addirittura rivoluzionare tutti gli studi dell’archeologia isolana? Sicuramente qualcosa con un certo valore, che l’uomo prima fotografa poi s’infila in tasca e poi nasconde con l’intento di trovare un compratore.
Due giorni dopo però, il manovale scompare misteriosamente e poco tempo dopo Giovanni Masala, archeologo, vice direttore degli scavi nella poco lontana domus de janas di Pedra Manna, un pozzo sacro, un sito archeologico che racchiudeva una favolosa tomba preistorica poco lontano da Sassari, scoperta di recente, e al quale Baingio Cocco intendeva vendere la statuetta sottratta a Villa Flora, viene ritrovato morto massacrato da due scariche di pallettoni, proprio dentro la domus de janas. Le indagini sull’omicidio, subito affidate al tenente Roversi, sembrano voler inequivocabilmente indicare come assassino Biangio Cocco. Ma dopo pochi giorni anche quest’ultimo viene rinvenuto ucciso. Ora Roversi si trova immerso fino al collo in una strana e complicata indagine, ingrata da sbrogliare. E non solo per lo strombazzare dei media ma anche per le pressioni del suo capo, il capitano Armani, che vorrebbe chiudere in fretta il caso e arrestare a ogni costo un colpevole. Ma Roversi che invece non è convinto da strani indizi che pretenderebbero la testa di un capro espiatorio, nicchia, allarga le indagini e scava a fondo, anche al caffè dei Portici, per arrivare a ricollegare le fila del mistero.
Insomma, a conti fatti quale dovrebbe essere poi l’effettivo movente dei due omicidi? Un movente tanto efferato e allo stesso tempo contorto da costringere qualcuno a eliminare due uomini. Ma sarà solo uno speciale particolare legato al misterioso reperto nuragico di Villa Flora a regalare a Roversi un nuovo e inimmaginabile indizio e permettergli di far luce sui delitti. A questo punto però il tenente dovrà confrontarsi in un duello tutto particolare con un assassino abile, determinato e difficile da mettere al muro.
