Alla deriva



Michael Katz Krefeld
Alla deriva
Einaudi
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Copenaghen e Stoccolma. 1979-80 e 2010-13. In Svezia un ignoto assassino sta uccidendo svariate prostitute, sistemando i cadaveri come statue imbiancate nelle autodemolizioni: le uccide, strappa la pelle ai corpi, le concia, le impaglia, imbianca il tutto con la calce. C’è un nesso con la morte di una moglie e madre a inizio 1980. Dal 15 ottobre 2010 anche la prostituta danese 21enne Masja (in arte Karina) viene venduta dal suo ragazzo Igor al racket della prostituzione per saldare un debito di gioco. Finisce schiava del furbo perfido potente trafficante Vladimir Slavros, capelli neri impomatati e occhi piccoli, codino e barbetta da satiro, reduce russo della guerra in Cecenia, ben organizzato uomo d’affari anche in Svezia, per quanto l’Interpol gli dia la caccia. Il “protettore” le fa credere che potrà finire di pagare il debito; Masja comincia a scrivere un diario segreto, regge con l’eroina, organizza una fuga; la madre (di origini lituane) continua a cercarla, vuole qualcuno per trovarla, coinvolge Thomas Ravnsholdt. Ravn vive sulla barca ormeggiata a Christianshavn, quasi sempre zuppo d’alcol, in aspettativa dalla polizia dopo che gli hanno ucciso l’amatissima Eva. Ci prova.

Il bravo sceneggiatore (corti, serie tv) e scrittore danese 49enne Michael Katz Krefeld inaugura una nuova serie, in terza persona varia, già un discreto successo internazionale, dedicato alla moglie Lis. Ravn “Corvo” è incerto se tornare nell’appartamento dove vivevano felici (prima della rapina in casa, mentre lui era al lavoro) e se tornare a fare il mestiere che amava, vedremo i seguiti. L’eroe e la trama non sono originalissimi, tuttavia l’intreccio di biografie e tempi è compatto, molti personaggi sono rimarchevoli, le ambientazioni efficaci. Clima e dinamiche sono da Nord Europa, emergono come sempre le idiosincrasie fra paesi e popoli confinanti. La triste sofferente relazione fra le prostitute restituisce odi e alleanze dei piccoli gruppi, in un inferno. Il piccolo albero a vela “Bianca”, il cane Møffe, i veri amici salvano la vita. Nei casini non si mangia e non si beve granché. Musiche e parole dalle canzoni di Daryl Hall, in particolare “Everytime You Go Away”: porta con te un pezzo di me!

 

Valerio Calzolaio

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