Assassinio al comitato centrale



Manuel Vázquez Montalbán
Assassinio al comitato centrale
feltrinelli
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Era il 1984 quando Manuel Vŕzquez Montalban, grazie all’interessamento di un Leonardo Sciascia entusiasta, faceva la sua prima comparsa in Italia con Assassinio al Comitato Centrale. Il libro si apre col Comitato Centrale del Partito Comunista Spagnolo in riunione; con il segretario generale Garrido che, circondato da molti compagni, sta per iniziare il suo discorso d’apertura e che, nell’attimo in cui va via la luce, nell’oscuritŕ e nella confusione, viene ucciso. “A chi affidare le indagini?”, si chiede il vertice del partito. Non potrŕ certo bastare l’indagine ufficiale affidata alla polizia fascista, che anzi coglierŕ l’occasione per screditare l’odiato partito. La scelta dell’indagine parallela cade su un uomo di fiducia, anche se ex. Pepe Carvalho, ex comunista, ex agente della CIA, viene pertanto chiamato ad occuparsi del caso, e storcendo il muso dovrŕ lasciare la sua amata Barcellona, terra di prelibatezze culinarie, per raggiungere Madrid, luogo in cui č accaduta la vicenda. Il libro, che si apre con una struttura tipicamente gialla, diventa per Montalban il pretesto per scavare nella storia e nel presente della Spagna, e non solo. Tra comunisti e fascisti, tra idealisti e mercenari, la storia diventa una lettura della Spagna cosě come č adesso: “la Spagna del disincanto”, come la definiva l’autore, sospesa tra un passato troppo recente e un presente contraddittorio. E un Pepe Carvalho, anch’esso disincantato, arriverŕ alla sconvolgente soluzione perdendo, forse irrimediabilmente, la speranza in quella societŕ giusta in cui aveva per lungo tempo sperato. Di Manuel Vŕzquez Montalban, autore che amo, ho letto molto, ma nessuno dei suoi libri della serie poliziesca mi ha colpito come Assassinio al Comitato Centrale: probabilmente la vicenda piů riuscita delle avventure di Pepe Carvalho.

rosario gambera

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