Il nuovo thriller di Stuart MacBride, vede ancora una volta protagonista il Sergente Logan McRae, tenace esponente in uniforme della polizia scozzese, dotato di grande fiuto investigativo e sempre alle prese con drammi familiari, superiori spesso ostili e la routine di tutti i giorni in una Scozia rurale apparentemente sonnacchiosa e splendidamente descritta dall’autore.
Il caso principale riguarda questa volta una bambina ritrovata morta in una fatiscente piscina in disuso, sulle rive del tempestoso Mare del Nord, e si snoderà, con una certa fatica, intrecciandosi ad altri casi “minori”, ma non meno impegnativi.
Le indagini di McRae, spesso pesantemente ostacolate da alcuni ufficiali più alti in grado e altre sezioni che vogliono via via avocarsi tutti i casi più importanti, porteranno a scoprire una rete di pedofili, a individuare uno spietato vendicatore, ma non solo. Al lettore scoprire gli intrecci.
Abbiamo detto che MacBride è veramente bravo nelle brevi ma numerose pennellate paesaggistiche, con suggestive descrizioni della natura in tempesta o dei limpidi cieli scozzesi, ma anche nel descrivere la sfiancante routine di una stazione di polizia del lontano nord est, segnata dal gracchiare a intermittenza della ricetrasmittente di McRae, che dà notizia di reati minori, mucche vaganti e fatti di piccola criminalità, come di rapine e omicidi efferati.
Anche la descrizione psicologica di tutti i personaggi e dei loro sentimenti è vivida e curata, ma il libro soffre indubbiamente di una certa lentezza, soprattutto nella metà iniziale.
D’altra parte, cinquecento pagine non sono poche e l’autore sembra questa volta faticare a ricreare la necessaria suspense e a tenere sempre viva l’attenzione del lettore.
Il finale, come spesso accade, è invece ad alta tensione, piuttosto malinconico e lascia un vago sentore di irrisolto.
Alla prossima, Sergente McRae!
Scomparso
Gian Luca Antonio Lamborizio