Stefania Valenti è una poliziotta tenace, con un privato in bilico tra le attenzioni da riservare alla figlia adolescente e il desiderio di rifarsi una vita dopo il fallimento del matrimonio. Lavora a Como, splendida cittadina di provincia incastonata tra monti di aspra bellezza e l’omonimo lago di manzoniana memoria.
Zona di confine, il Comasco: collocato geograficamente nella laboriosa Lombardia, tende la mano al Canton Ticino ed è diventato terreno di conquista per la malavita organizzata, sempre attenta a estendere i propri tentacoli e ad aprire nuove vie di guadagno.
Il tutto a un passo da Lugano, altra città di lago, nota per il suo ruolo di centro operativo della finanza internazionale più che per le indubbie bellezze paesaggistiche.
Siamo negli anni che precedono l’Expo 2015 e, mentre la provincia è alla prese con un’ondata anomala di calore estivo, la Valenti si trova a indagare sullo schianto di un’utilitaria, nei pressi della Villa d’Este a Cernobbio, dove il Gotha dell’imprenditoria si riunisce annualmente.
La vittima – raggiunta da diversi colpi di pistola che l’hanno ridotto in fin di vita – è una vecchia conoscenza delle patrie galere, un ex imprenditore noto per avere gestito una discoteca milanese – il Metropolis – in cui per anni si sono incrociati i destini di politici in ascesa, amministratori locali desiderosi di fare il salto di qualità accaparrandosi uno scranno in Parlamento, starlette pronte a tutto pur di apparire in tv, e molto altro. Un guru della Milano da bere, insomma, che evidentemente ha condiviso molti imbarazzanti segreti con i suoi celebri avventori.
Quello che inizialmente sembra un regolamento di conti tra criminali di poco conto, ben presto si dimostra essere la punta dell’iceberg di un ben più complesso affaire, che coinvolge anche insospettabili membri delle istituzioni in combutta con i servizi segreti deviati.
Il secondo episodio della serie dedicata a Stefania Valenti è un romanzo agile, con un finale a sorpresa aperto a futuri sviluppi, che tuttavia presta il fianco a qualche ingenuità di troppo nella trama, nella caratterizzazione dei personaggi e nell’ambientazione, tutti piuttosto stereotipati.
Adatto a un pubblico che cerca il colpo di scena e la suspense – e non rimarrà assolutamente deluso – più che l’approfondimento critico dei fenomeni sociali sottesi al fatto criminoso.
Il libro in una citazione:
“Per capire come funzionava quel mondo è necessario pensare al clima di quegli anni. Lei ricorda cosa rappresentasse il Partito socialista a Milano a quell’epoca? Si ricorda il ministro che amava le discoteche? Era un altro mondo. Diverso. Allora un piccolo imprenditore scaltro e avveduto poteva diventare, nel giro di un paio d’anni, uno degli uomini più influenti della città”