Il bibliotecario di via Gorki



Massimo Fagnoni.
Il bibliotecario di via Gorki
Frilli
Compralo su Compralo su Amazon

Impara l’arte.
Mai piaciuti i mosaici, è innaturale una figura con dei pixel di pietra, abbozzata quanto basta per renderla riconoscibile. Stessa sorte per i puzzle, la versione 2.0 con il cartone al posto dei sassi.
Non provo piacere nel vedere immagini spigolose o screpolate da un’infinità di righe.
Non si tratta di una schiavitù all’estetica “naturalista” e nemmeno di una dipendenza dal piacere dell’inganno, niente di tutto questo. Il bello viene quando, passato lo stupore, cerco di capire come e cosa è stato fatto per apprezzare ciò che ho visto.
Perché il pittore, il fotografo o il regista hanno scelto proprio quel soggetto e cosa li ha spinti a organizzare la scena in quel modo?
L’infarinatura che ho delle arti appena citate mi porterebbe a essere impanato senza pietà se tentassi di fare qualcosa di mio. Il discorso cambia per quanto riguarda la letteratura. Negli anni ho messo assieme un bagaglio tecnico e una cassetta degli attrezzi con cui smontare tutto ciò che mi passa sotto gli occhi.
Anziché perdere tempo con la critica solforica, preferisco concentrarmi sugli autori che sono stati capaci di colpirmi. Sia chiaro, il mio è egoismo perché voglio imparare dalle loro opere e cercare di capire quanto posso migliorare per raccontare le mie storie.
Con Il bibliotecario di Via Gorki, Massimo Fagnoni anche questa volta mi ha mostrato la differenza tra scrivere bene e narrare.
Davide Ciampi è un bibliotecario laureato in storia che nel corso degli anni si è trovato circondato da moglie e figli avidi, arrivisti e superficiali. La sola persona al di fuori del lavoro con cui riesce ad avere un dialogo è Alì, ma un giorno il nordafricano scompare nel nulla. Trebbi e Faid sono impegnati a riportare Ivan sulla retta via, quando vengono assunti da Davide per ritrovare l’unico amico che aveva.
Il bibliotecario di via Gorki non si esaurisce nel tempo di un’indagine, c’è molto di più. Prima del nesso di causa effetto, della catena che lega scrittore e lettore nella scoperta dell’assassino, Fagnoni mette al centro del romanzo i personaggi; sfuma l’umana fragilità di Davide incastrato in una società sempre più monocromatica o, al contrario, vista attraverso i colori caldi di film e serie tv. Ci porta sulle orme di Trebbi e Faid per osservare i tempi che cambiano e la tensione in cui gli ideali e la realtà si confrontano e si scontrano. Inoltre, l’autore non si limita a fornire una cartina geografica per i turisti della letteratura, ma ferma sulla pagina volumi inediti e nuove profondità alla città di Bologna.
Oltre ad essere una buona lettura,  Il bibliotecario di Via Gorki un romanzo è da cui uno come me ha molto da imparare.

 

Mirko Giacchetti

Potrebbero interessarti anche...