Blanca e le niñas viejas



Patrizia Rinaldi
Blanca e le niñas viejas
Edizioni E/O
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Carminia e Berenice sono due donne non più giovani appassionate di tango. Il ballo scandisce il ritmo delle loro vite e la loro bravura, in particolare quella di Carminia è leggendaria nelle sale da ballo. Quando entrambe vengono ritrovate morte, in una macabra composizione, del caso si occupa Blanca con la sua squadra. Il destino vuole che Carminia sia la sorella di un’amica di Blanca, Maria, che le suggerisce di ascoltare Gabriella, amica delle vittime. E sarà proprio Gabriella a fornire le prime informazioni utili suggerendole di indagare nelle sale di tango. Blanca inizia così a prendere lezioni e ad appassionarsi al ritmo travolgente e sensuale delle milonghe. Nel frattempo seguiamo la vicenda di Costanza, una bambina destinata a lasciare la scuola, e del suo fratellino Geppino che improvvisamente scompare. Tutto questo mentre un Uomo Giovane sfida il proprio destino alla ricerca di una madre che lo ha abbandonato da piccolo e per cui nutre un profondo rancore. E intanto Napoli resta a guardare…

Ritroviamo Blanca con il suo carico di umanità e il suo intuito pronta a gettarsi anima e corpo in una nuova indagine. E con lei ritroviamo la sua squadra: Carità, Liguori e Martusciello pronti a cercare la verità, anche se scomoda. Tra i protagonisti emerge Napoli, fatta di carne e sangue, diventata persona che guarda, sente, partecipa della vita dei suoi abitanti. Una Napoli che odora di mare, che talvolta è ostaggio della malavita ma trasuda speranza e voglia di reagire. Tra un tango e una milonga Blanca muove i suoi passi all’interno di un mondo difficile dove le tragedie si consumano quotidianamente. Omicidi, rapine, malaffare ne sono un aspetto, bambini che crescono troppo in fretta e che abbandonano la scuola ne rappresentano un altro. La maestra Marilena è la portavoce e il simbolo di tutti quegli insegnanti che cercano di cambiare la rotta, che non vogliono rassegnarsi alla sconfitta. Ogni bambino che lascia gli studi e un nuovo colpo alla comunità, è una vita che perde opportunità di riscatto.

E mentre le indagini seguono il loro corso, facciamo conoscenza del vocabolario del tango fatto di mirada e cabeceo, sguardi di intesa e cenni impercettibili del capo che mettono in relazione tra loro i ballerini. Cercarsi, scegliersi, muoversi all’unisono tra le note che incalzano, fidarsi l’uno dell’altro, perché l’intesa è il vero punto di forza del ballo. Il tango diventa così metafora dell’esistenza umana, dei suoi complessi rapporti, delle relazioni che sbocciano e finiscono.

Il linguaggio con frequenti incursioni dialettali, come in Camilleri, rende la narrazione fluida e spontanea e cattura il lettore trascinandolo nell’atmosfera partenopea, fatta di tremuli chiaroscuri. Mentre “la bocca del Vesuvio sovrastava col suo bacio i segni delle luci sul mare”…

Cristina Bruno

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