C’era due volte – Franck Thilliez



Franck Thilliez
C’era due volte
Fazi
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Franck Thilliez con C’era due volte riesce a fondere l’ampia conoscenza di tutto ciò che riguarda i meccanismi della memoria con le varie tecniche tipiche della scienza forense, dando vita ad un incalzante thriller, o polar per utilizzare un termine caro ai francesi.
La trama avvincente insegue il lettore fin dalle prime pagine senza mollare mai il ritmo della narrazione che è molto sostenuto anche grazie a personaggi profondi e complessi ben delineati da Thilliez stesso.
L’autore si diverte disseminando riferimenti e altri indizi mascherati in tutta la narrazione, definendo così una lettura su più livelli.
Prima di introdurre la trama è importante sottolineare lo stretto legame tra C’era due volte e uno dei suoi titoli precedenti: Il manoscritto.
Questa nuova opera può essere letta indipendentemente senza alcun problema, visto che a rigor di termini non è un sequel, ma l’autore ha creato un arco narrativo molto particolare che il lettore potrebbe apprezzare al meglio se provenisse dalla lettura de Il manoscritto.
L’ambientazione è quella di Sagas, piccolo centro localizzato in Alta Savoia, intorno all’aprile del 2008. Una giovane ragazza scompare durante il suo allenamento pomeridiano in bicicletta tra le montagne. Suo padre, Gabriel Moscato luogotenente della gendarmeria, non smetterà mai di cercarla nei successivi 15 giorni. Esausto per la sua ricerca finisce per addormentarsi nella stanza 29 di un albergo dove Julie, sua figlia, ha lavorato durante un paio di estati. Gabriel si sveglierà nel cuore della notte ma nella stanza 7 e davanti ad una strana visione di se stesso. Siamo di colpo al 10 aprile 2020, 12 anni dopo. Buco nero completo, Gabriel non ricorda nulla, soffre di amnesia psicogena atipica: è rimasto “prigioniero del passato”. Questo fenomeno puramente psicologico forse è un mezzo per fuggire da una realtà insopportabile, un trauma o qualcosa di estremamente violento che a un certo punto della sua vita ha fatto sì che la sua mente chiudesse a chiave le porte in un estremo istinto di conservazione.
Cosa è successo nella sua vita di così terribile per far sì che il suo cervello rimanesse bloccato in questa modalità di autoprotezione?
L’atmosfera creata dall’autore è molto ansiosa, gelida, suscita subito forte tensione nel lettore: la valle di Sagas sembra rinchiudere la sua popolazione e l’assenza di sole per diverse settimane a causa della geografia del territorio, fenomeno chiamato “morte nera”, accentua questa forma di prigionia.
L’investigazione avrà un’accelerazione nel momento in cui Gabriel incontrerà il suo ex collega ed amico Paul. I due torneranno ad essere legati a doppio filo come un tempo, nella rincorsa di una verità cercata da tutti nell’ultimo decennio. Proprio l’alternanza delle indagini tra i due investigatori, narrata abilmente attraverso l’utilizzo di capitoli brevi, crea ripetuti momenti di suspense.
I personaggi centrali sono carismatici, ma altresì i personaggi secondari sono angoscianti e gli assenti molto presenti.
Tra bambini scomparsi, pioggia di uccelli morti, ricordi perduti, indagini frenetiche, finzioni e cattivi veri, come accennato all’inizio C’era due volte riunisce tanti elementi in linea con i dettami del genere.
Thilliez crea una sorta di costante attesa nel lettore costringendolo a annotare il minimo indizio, targhe, nome dei personaggi, interpretazione di palindromi, ingaggiando con lo stesso una sorta di partita a scacchi: “un vero romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto falso, e la storia non comincia ad esistere fino al momento in cui la leggi”.
Il romanzo offre anche altri interessanti spunti: è un romanzo d’arte perché parla di pittura (somiglianze con i quadri di Goya, presenza di Caravaggio) e letteratura (con tanti riferimenti a grandi nomi di scrittori, soprattutto di gialli). È un romanzo sulla memoria, con piacevoli riflessioni sul tempo passato e sul tempo perso, ma anche sul recupero di se stessi: “era come il prigioniero che affronta la libertà dopo anni di prigionia, riscopre volti cambiati, un mondo diverso, e si rende conto che questo tempo conta, che questo tempo perso tra quattro mura non potrà mai essergli restituito”.
È un romanzo sull’amore tra padre e figlia (tra Gabriel e Julie e tra Paul e Louise), è un romanzo sull’amicizia, sia essa del passato che da riconquistare, ma soprattutto è un romanzo pieno di enigmi abilmente intrecciati da Thilliez.
Se avessi solo tre aggettivi a disposizione per sintetizzare le sensazioni che mi ha lasciato questa lettura utilizzerei efficiente, avvincente e diabolico.

Gianluca Iaccarino

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