Il male degli ardenti



Andrea Ballarini
Il male degli ardenti
Del Vecchio
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Diviso in atti come una commedia, detective story barocca nella quale, narrando in prima persona, l’autore incrocia con sapiente ironia la storia, le vicende e le sventure di un teatrante alla fine del 1600. Bravura e sregolatezza, lusso e povertà e rischi mortali che incombono pericolosamente.

Il peregrinare di Giacomo Crivelli, e qui consentirete anche a me una digressione come fa spesso e bene Ballarini nel suo libro, mi ha riportato con nostalgia ai miei tredici anni e alla lettura di Histoire de ma vie, le Memorie di Giacomo Casanova, poi, per la colta scelta di un linguaggio adatto all’epoca della narrazione, a quanto hanno fatto con successo Robert Merle nella sua monumentale opera: Fortune de France dove ripercorre la storia di Francia del XVI secolo e William Thackeray con Le Memorie di Barry Lindon.

Ma basta divagare e invece andiamo alla trama.

Il peregrinare del quarantenne Giacomo Crivelli, dopo la chiusura parigina del Theatre des Italiens voluto dalla bigotta ultima moglie di Luigi XIV madame de Maintenon, lo porta a cercare la quiete nel Monastero sull’isola di Saint Honorat con l’intento di stendere le sue memorie. Ma là viene raggiunto dal vecchio amico e compare di avventure di vent’anni prima, Aristotele Cereri, che gli offre l’allettante incarico di capocomico a Venezia, nel teatro San Cassan. Durante il lungo, umido e periglioso viaggio, si unisce fortunosamente a loro Diana Moretti, una bravissima cantante italiana che quattro mesi prima si era vista costretta a lasciare la Serenissima per un fatto terribile.

Ma, al loro arrivo nella laguna, la scoperta del duplice assassinio del nobile Francesco Tron, il proprietario del Teatro di San Cassan che avrebbe dovuto ingaggiare Crivelli, e della sua amante, un’attrice, oltre che a lasciarlo senza lavoro, lo ficca in trappola. Per non essere accusato di omicidio deve sottostare al ricatto di Alvise Novagero membro della giunta dei Dieci. L’alto funzionario della Repubblica veneta, dopo averlo informato che Venezia è in balia di una serie di delitti irrisolti, che vedono implicati nobili altolocati e donne di spettacolo, e di un’epidemia di fuoco di Sant’Antonio, lo costringe a farsi sua spia nell’ambiente teatrale e lo coinvolge di forza nelle indagini.

Con per scenario una straordinaria ricostruzione di usi e costumi della Serenissima dell’epoca, con le sue infinite sfaccettature e il suo incredibile carnevale di sei mesi, Giacomo Crivelli sarà implicato in una babele di eventi che vedranno anche nascere una movimentata, sofferta ma romantica storia d’amore tra lui e Diana.

Le misteriose uccisioni veneziane continuano, l’epidemia pare incontrollabile e il mistero s’infittisce. Seguendo gli ordini del Navagero, Giacomo Crivelli si industria, indaga affannosamente, cerca la soluzione, con il male pronto a mordere come un serpente per bocca di chi dovrebbe fare il bene e il cieco fanatismo che mira solo alla distruzione. La troverà ma…

Ben calibrate nei loro ruoli tutte le figure di protagonisti e comprimari.

Romanzo colto, intrigante, adatto a palati fini, decisamente divertente. Da leggere!

patrizia debicke

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