Torino 22 febbraio 2018. Poco prima delle otto, l’avvocato Meroni impiegherà pochi minuti, in sella alla sua bicicletta elettrica, per percorrere il tragitto da casa sua, Via Perugia, strada anonima ma tranquilla, non lontana dal centro cittadino e vicina alla pista ciclabile che corre sull’argine della Dora, al suo ingresso in studio Actis Meroni, via Corte d’Appello, 1. Una mattina quella come tante, fredda e limpida, ciò nondimeno non è una mattina come le altre, perché, dopo aver lasciato la bicicletta in cortile, aver raggiunto il primo piano e superato la controporta vetrata, troverà seduta nella sua stanza, fremente e in attesa , una “Madamin” ovverosia una donna di una certa età, più scialba che austera. La donna, anziana vedova tra i settanta e gli ottanta, presentatasi come Corbini Vittoria, venuta a sollecitare il patrocinio dell’avvocato Vittorio Actis, per anni affezionato cliente del defunto marito barbiere, è stata abilmente dirottata da Clelia, vecchia segretaria e nume tutelare dello studio, sul molto più mattiniero genero di Actis, l’avvocato Giacomo Meroni.
La richiesta della donna è dovuta al fatto che quella mattina alle sette suo figlio, Riccardo Corbini, un ingegnere meccanico di cinquantadue anni, è stato arrestato dai carabinieri con una gravissima accusa: stupro e uccisione di Antonella Bettini, una bella compagna di liceo durante una cena di classe in collina, nel giugno del 1984, l’anno della loro maturità.
Le indagini per quel delitto si erano trascinate fiaccamente per troppi anni , poi, può accadere nei cold case, all’improvviso durante una serata allegra in un locale, uno dei liceali di allora, Bruno Vallard, in preda a droga e all’alcol aveva picchiato una entraineuse e minacciato di morte qualcuno dei clienti , dichiarando ad alta voce di aver ucciso anni prima una ragazza, sua compagna di liceo. Tra i presenti c’era un ispettore di polizia che aveva testimoniato… Bruno Vallardi era invitato alla festa in cui Antonella Bettini era stata stuprata e uccisa, l’ alibi che aveva opposto era traballante, ragion per cui dopo la cattura, l’incriminazione e il processo era stato pesantemente condannato.
Ma all’improvviso, tempo dopo, era misteriosamente saltata fuori una nuova prova avvalorata da un test del DNA, una novità reperita per caso durante un “normale” controllo di polizia e che, secondo il PM Mari o Rossi, che si è intestato la riapertura e revisione del caso, incastrava senza via di scampo Riccardo Corbini, il cliente dell’avvocato Meroni.
Diversamente da tanti suoi colleghi, Giacomo Meroni non viene da una stirpe di avvocati. Studente di legge infatti ma figlio di un carabiniere ohimè ucciso in servizio, era diventato per forza carabiniere anche lui e in quella nuova vita, gli studi di legge e la laurea avrebbero dovuto fiancheggiare una brillante carriera da ufficiale… C’era stata nel frattempo la proficua collaborazione con l’avvocato Actis, l’incontro con la figlia ventitreenne del legale, il loro matrimonio, due anni di sogno e poi…
Poi, diciassette anni prima, l’11 settembre 2001, mentre tutto il mondo era perso, sconvolto dalla visione degli aerei che centravano le Torri Gemelle, sua moglie Rossana Actis, mentre a piedi si recava nella scuola dove insegnava, era stata investita sulle strisce pedonali da un pirata della strada alla guida di un’auto blu con la targa CC . Con ogni probabilità una di quelle in dotazione ai carabinieri. Brutta faccenda che, da quel momento, aveva scavato solo dubbi nella mente di Giacomo. Con il sospetto del coinvolgimento di un collega nell’incidente che aveva messo per sempre Rossana su una carrozzella, aveva dato le dimissioni dall’Arma per entrare come praticante nello studio legale del suocero, Vittorio Actis. Ma sua moglie non si era lasciata piegare dalla sorte. Aveva affrontato l’incidente e la sua menomazione come un sfida. Aveva ripreso a insegnare, si interessava al lavoro del marito. Avevano traslocato in una nuova casa, un grande e comodo loft a pianterreno adatto alle esigenze di un’invalida e loro vita avevo proseguito sugli stessi binari di prima: la colazione insieme, il bacio scambiato davanti alla porta, prima che lei e la sua sedia a rotelle spariscano nel taxi che le porta a scuola. Tuttavia in quel loro bacio Giacomo percepisce ancora due sapori: l’amaro per non aver ancora scovato il pirata della strada che ha investito Rossana, e il piccante da assaporare di una meravigliosa donna che non ha perso la voglia di fare all’amore, di essere felice, di riprendere comunque a sciare e partecipare alle gare…
Ma ora Giacomo Meroni deve, come prima cosa, superare la sfida del processo a Riccardo Corbini. E intanto appurare fino in fondo se Corbini è un colpevole al quale garantire comunque un equo processo o un innocente, messo in trappola e da salvare.
Come avvocato Meroni sa che il suo compito non è decidere la verità. Lui sa solo che deve, riuscire a individuarla e intuirne le conseguenze. Anche per questo motivo trascinerà l’intero studio in una necessaria e approfondita indagine difensiva che dovrà coinvolgere tutti i testimoni di allora con in prima linea i compagni di classe della vittima e dell’imputato, facendo riaffiorare antiche ostilità, amori, gelosie e livori mai placati.
Un legal thiller piemontese coi fiocchi, che rispecchia puntualmente la naturalezza e la normalità o le anormalità di certe vite. Una trama dotata del giusto pathos che sa dare spazio alla memoria del coraggio umano, riesce a far apprezzare anche il privato del protagonista e la sua voglia di verità senza mai dimenticare qualche ben dosato sprazzo di humour.
Un felice incontro connubio tra autori, lo scrittore e l’avvocato, amici nella vita e che hanno saputo mischiare la fertile fantasia di Peressinotto, lo scrittore, alla realtà del vissuto di Piero d’Ettorre , l’avvocato, per realizzare il personaggio Giacomo Meroni, penalista nel Foro di Torino, e la nuova serie intitolata al suo nome.