La lunga notte – Leonardo Gori



Leonardo Gori
La lunga notte
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Bentornato Leonardo Gori con la  storia, quella vera, di La lunga notte  in cui  fa risalire in scena il capitano Arcieri,  protagonista cult della sua Saga, e lo infila nel buco nero di quel drammatico e fatale  momento della guerra collegata all’Armistizio con gli Alleati, affiancandolo ai  veri protagonisti.
Siamo alla prima settimana di settembre del 1943. Con una trama serrata Leonardo Gori,  da par suo,  mischiando abilmente realtà e finzione, innesta con rara maestria una spy story a tinte gialle noir che si svolge dal 6 al 9 settembre ai margini di quei giorni disperati. Siamo quindi quasi un anno prima dello splendido romanzo Il passaggio ambientato a Firenze nell’angoscioso agosto del 44.
Ora però,  a beneficio dei quei pochissimi lettori distratti,  vediamo di ricapitolare l’intreccio temporale dei vari romanzi. Sono passati cinque anni dal primo: Nero di Maggio (1938), che ha dato  inizio alla  lunga e pericolosa serie di avventure e  La lunga notte  segna  il ritorno in campo di Bruno Arcieri, ormai principale interprete  di una vera e propria  Saga. Saga che ci  ha fatto leggere anche La finale (ambientata a Parigi nel settembre del 1938) e La nave dei vinti (Genova 1939).
Tutti romanzi che narrano di  fatti collegati  a  cruciali decenni della storia italiana. Fatti  che costringeranno Arcieri, provandolo crudamente nel corpo e nello spirito, a cambiare se stesso, il suo modo di essere e  di giudicare. Fatti che porranno proprio lui, uomo di cultura, innamorato della letteratura anglosassone e  del jazz, il militare retto, abituato a ubbidir tacendo, l’uomo senza tessera di partito, da sempre antifascista nell’anima, di fronte ai primi dubbi, alle prime scelte decisionali e alle tante successive. Quelle che, romanzo dopo romanzo, hanno fatto diventare il Bruno Arcieri del 1970 un uomo provato dall’età, dalle esperienze vissute e dalla disillusione. Un personaggio gravato dall’esigenza di ricordare e di spiegare, anche a se stesso, cosa abbiano significato quei drammatici momenti, quali conseguenze abbiano avuto nella sua storia,  forse cambiando  radicalmente la sua visione di vita.
È il 6 settembre 1943 e Roma è  nell’occhio del ciclone. Già  provata dalla fatale “Operazione Crosspoint” del 19 luglio in cui le forze aeree statunitensi e britanniche, con per obiettivo  lo  scalo ferroviario di San Lorenzo ma anche quelli  del Littorio sulla Salaria e del Tiburtino, finirono con il colpire anche i quartieri  attorno che furono praticamente distrutti. Il bilancio del bombardamento infatti fu drammatico: oltre 11mila feriti e 3mila morti. Meno di due mesi dopo la città vive ancora prigioniera dell’incertezza con oscuramento, coprifuoco e il fischiare delle sirene antiaeree divenute ormai parte del quotidiano.  L’atmosfera è greve di angoscia. E i tedeschi, ormai infidi alleati,  si muovono per le  strade con passo da padroni.
Il capitano dei Carabinieri Bruno Arcieri, che ha ancora la fortuna di disporre  in zona Prati dell’alloggio di servizio, un appartamento al terzo piano  in cui può nascondere la fidanzata Elena Contini, braccata dalle leggi razziali, con il cambio della guardia ai vertici del SIM è passato agli ordini del generale Carboni. Che gli ha ordinato, senza però anticipargli informazioni in merito, di tenersi pronto per una missione segretissima e di vitale importanza. Perché  solo un immediato intervento delle truppe anglo-americane, già sbarcate a Sud, potrebbe bloccare la  reazione dei tedeschi, all’annuncio della firma dell’armistizio. Questa  missione,  in cui verrà coinvolto Arcieri, oltre a   cambiare le carte in tavola dei belligeranti,  potrebbe ridurre i tempi del conflitto, sia per la  Capitale, che per l’Italia . Nuovo capo, nuove regole che però faranno subito rimpiangere ad Arcieri i metodi del suo vecchio Comandante. La sua missione sarà infatti organizzare  il contatto e recuperare due misteriosi emissari degli Alleati, che devono arrivare in città, in incognito.
I documenti ufficiali sono chiari in proposito: gli Alleati secondo accordi presi in segreto in Sicilia, nel  giorno della comune dichiarazione dell’armistizio, avrebbero dovuto eseguire il lancio di una divisione aviotrasportata di paracadutisti (nome in codice: Operazione Giant 2) in quattro aeroporti nei pressi della Capitale (Cerveteri, Furbara, Centocelle e Guidonia). Pertanto la sera del 7 settembre due ufficiali americani (Maxwell Taylor, generale comandante della 101ª divisione aviotrasportata, e William Gardiner, colonnello della riserva ) raggiunsero in segreto Roma di notte per concordare i particolari dell’operazione e informare il governo in via ufficiale che, alle 18,30 del  giorno dopo, sarebbe stata annunciata la firma dell’armistizio. Ma il Primo ministro maresciallo Pietro Badoglio, era tardi e  fu  svegliato, sostenendo che le truppe tedesche stringevano Roma in una fatale morsa e lo schieramento militare italiano non avrebbe potuto resistere a un attacco per più di sei ore, dettò un radiogramma per il generale Eisenhower, in cui chiedeva l’annullamento dell’Operazione Giant 2 e il rinvio della dichiarazione dell’ armistizio. In risposta, la mattina dell’8 settembre, il generale Eisenhower inviò al maresciallo Badoglio un radiogramma di ultimatum  e pretese l’immediato ritorno a Salerno dei due ufficiali americani. Quindi, dopo aver sospeso, secondo la  richiesta italiana, l’Operazione Giant 2, all’ora inizialmente convenuta, fece diffondere da Radio Algeri il testo  dell’armistizio tra l’Italia e le forze alleate. In questo contesto da cardiopalma, con la situazione pericolosamente in bilico, Arcieri sarà  sotto pressione fino all’ultimo minuto, costretto a appoggiare gli ultimi disperati ma vani tentativi del suo Comandante di far attaccare  subito gli americani ma deconcentrato da una drammatica accusa  mossa alla sua fidanzata Elena Contini, che ne sta mettendo a repentaglio la libertà, se non la vita…
“La lunga notte” rappresenta  un punto di svolta  nella vita del capitano Arcieri. Mentre l’Italia va a rotoli  tutto sta per cambiare anche per lui  dal punto di vista umano, politico, e  affettivo. Ci sarà una frattura nei suoi rapporti con Elena Contini e ormai  il capitano Arcieri dovrà scegliere da che parte stare.
Da segnalare ed encomiare l’accurata ricostruzione ambientale, storico militare e musicale, del romanzo. Tutto è perfetto, dai percorsi dei tram alle descrizioni delle armi in dotazione,  fino ai particolari della “geografia”cittadina di allora. Roma è lei, esattamente come era  allora e si rispecchia fedelmente sia negli ambienti esterni che interni, le strade, i negozi, le campagne.
Leonardo Gori ricostruisce con sguardo lucido e preciso la tesa cronaca di quelle tre spasmodiche  giornate, riportando le motivazioni giuste o sbagliate che fossero di ciascuno dei protagonisti, ben mischiando  la fitta trama della Storia alle traversie, alla difficoltà di capire, di spiegarsi,  di immedesimarsi e alla sofferenza per un addio che per potrebbe essere definitivo e fatale.
Scelte e fattori  che Arcieri riassumerà  trent’anni dopo all’amico Bordelli nel capitolo quasi un racconto finale: La regola del gioco, dando persino un seguito alla sua storia: la fuga di Elena forse verso Firenze , il disperato disegno di Arcieri di riscattarsi nei combattimenti a Porta San Paolo rischiando la vita nel tentativo di reazione contro i tedeschi,  poi  in seguito la fuga a Salerno  e  la risalita dell’Italia verso Firenze, come interprete delle truppe britanniche…
Siamo portati  a definire l’Armistizio dell’8 settembre e la Battaglia di Porta San Paolo  (9 settembre 1943 ) “inizio della riscossa”. Parole suggestive ma… A Roma il 9 settembre infatti non partì la riscossa, ma fu solo un primo timido passo prima di arrivare, dopo ben seicento giorni e troppi  inutili morti, alla Liberazione del Paese.

Leonardo Gori vive a Firenze. È autore del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri: prima capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dei Servizi segreti nella seconda guerra mondiale e infine inquieto senior citizen negli anni Sessanta del Novecento. È anche autore di fortunati thriller storici e co-autore di importanti saggi sul fumetto e forme espressive correlate (illustrazione, cinema, disegno animato).

Patrizia Debicke

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