Il volo della civetta – Antonino Genovese



Nino Genovese
Il volo della civetta
Clown Bianco Edizioni
Compralo su Compralo su Amazon

È stato presentato in anteprima nazionale il 20 ottobre nella sua Barcellona Pozzo di Gotto, nell’aula magna del liceo classico “Luigi Valli”, il romanzo “Il volo della civetta” (Clown Bianco Edizioni) del medico/scrittore Nino Genovese, che da inedito ha trionfato a Ravenna al concorso letterario GialloLuna NeroNotte, conquistando appunto la pubblicazione nella prestigiosa collana di narrativa. 

Come scrive Paola Rinaldi nello strillo di copertina: “Nino Genovese ci regala un romanzo intenso, ricco, in cui intreccia mirabilmente passato, contemporaneità, arte e storia con uno stile raffinato e avvincente.”

E davvero a leggere questa nuova opera del trentanovenne anestesista con la passione per la scrittura si resta ammaliati dalla sua prosa, mai banale, che ci presenta un nuovo personaggio, l’Islamico, che fa il paio con un altro personaggio già noto, uscito dalla fervida fantasia di Genovese, il maresciallo dei carabinieri, Gianluca Mariangelo già protagonista di due romanzi (Fratelli Frilli Editori), o  l’ispettore di polizia dagli occhi di ghiaccio, Vietri, detto lo zingaro.

Tornando a “Il volo della civetta”, siamo ovviamente in Sicilia, a Venetico, piccolo comune della costa tirrenica nel messinese. Qui, nella chiesetta di San Nicolò è custodita l’unica copia esistente al mondo del volto di Cristo. Un’opera dal valore inestimabile ma che è perfino vietato fotografare e di cui ben poco sa. Il Volto Santo però viene rubato. Ad indagare sarà il maresciallo dei carabinieri della sezione Tutela del Patrimonio, Michela Giorgi, e il suo collega Giacomo Vella, anche lui maresciallo, detto l’Islamico per la sua fede religiosa.  Il caso si complica e i due si ritrovano a indagare non più su un furto ma un omicidio quando il primo cadavere verrà rinvenuto con le mani mozzate. 

I due casi sono collegati: qualcuno ha lasciato le foto del Volto Santo sotto gli arti amputati. 

Una punizione? 

Un chiaro messaggio mafioso?

Un depistaggio?

Uscirono dal portone che dava su via Roma. Si guardarono per un istante, senza espressione. Michela avrebbe voluto piangere, non sapeva però se si trattasse di felicità rimorso, paura, o tutte le cose insieme. Scompigliò i capelli di Samuele per evitare di lasciarsi andare e non si accorse della moto che stava arrivando a tutta velocità. Poi, tutto fu un baleno confuso. Percepì il rumore del motociclo. Alzò lo sguardo. E vide la pistola. Uno sfolgorio. Nebbia e fumo. Disordine. La mente collegò i pensieri ai movimenti. Il corpo paralizzato. Il figlio in una mano. E Salvatore che si gettava ad abbracciarli. Immagini confuse.

Un colpo sordo.

E poi urla. Sirene. Lacrime. Paura.

E un fischio assordante nelle orecchie.

La trama si complica ulteriormente, per la gioia del lettore, quando anche un giovane con la passione per l’arte scompare. Cosa sapeva? Si tratta di vera scomparsa o è fuggito per scampare a chi lo cerca. La vicenda dei giorni nostri si intreccia col passato, e siamo nel ‘600 quando il papa chiede a un noto artista di Messina di dipingere una copia del volto di Cristo. La stessa copia scomparsa.

Tra depistaggi, intuizioni e omertà la squadra dell’Islamico arriverà al fondo di una vicenda che sconvolgerà le vite di tutti. 

Dice l’autore: “L’idea di scrivere questa storia nasce nel 2019, dopo aver assistito alla presentazione del saggio “Straordinari” di Andrea Italiano e venni a conoscenza dell’esistenza del “Volto Santo”.

Nel romanzo l’unico elemento realmente esistente è proprio il dipinto attorno a cui ruota tutta la storia: “Il Volto Santo”, esposto nella chiesa di Venetico Superiore. Era il 1625 quando Don Giuseppe Salvarore Moncada, principe di Maletto e barone di Venetico ottenne da Papa Urbano VIII una copia fedele del Volto di Cristo (un grande fazzoletto bianco che, secondo il costume ebraico, fu posto sul volto di Gesù al momento della sua sepoltura). Tale copia è stata ritratta da un mano esperta, cosicché, oltre ad essere un cimelio religioso, è una vera e propria opera d’arte.

Mi sono preso delle libertà da romanziere per rendere più avvincente la trama. Un “Volto Santo” originale, un fazzoletto noto ai genovesi come “Santo Mandillo” (termine dialettale proveniente dal greco mandylion e che indicava un fazzoletto), è ritenuto il più antico ritratto del Cristo. Secondo un’antica tradizione del III sec. d.C. Abgar, re di Edessa in Armenia, malato di lebbra ed avendo udito delle qualità taumaturgiche di Gesù che predicava in Palestina, mandò il pittore Anania perché raffigurasse il Suo volto. Non riuscendo però l’artista a ritrarre il Messia, Gesù prese il telo appoggiandovi il volto intriso di sudore e lasciandovi così impressa la Sua immagine. Tornato in patria, Anania toccò il Re con quel sudario che miracolosamente lo guarì. Da qui ebbe origine l’adorazione della sacra effige. Un altro “Volto Santo” originale è conservato a Manopello, in Abruzzo.”

 Antonino Genovese, anestesista, rianimatore e algologo, dopo aver esordito giovanissimo con i tipi delle Edizioni Il Foglio, ha pubblicato i romanzi noir “Scirocco e Zagara” e “Delitti e Maestrale” (Fratelli Frilli 2022) . I suoi racconti sono inclusi in varie antologie. Nel 2019 si è classificato secondo al premio letterario “Tutti i sapori del giallo” in collaborazione con Il Giallo Mondadori. Nel 2021 si è classificato primo al concorso “GialloLuna NeroNotte” con il racconto “La morte viaggia in cartolina”, pubblicato sul Giallo Mondadori Giallo Oro n.36 di Luglio 2022.  Nel 2022 ha bissato tale successo, classificandosi al primo posto con questo romanzo.

Roberto Mistretta

Potrebbero interessarti anche...