Fuoco!



Giancarlo Da Cataldo
Fuoco!
Edizioni Ambiente
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[Esce oggi in libreria il nuovo romanzo di De Cataldo per la collana Verdenero. MilanoNera lo recensisce in anteprima]
L’annoso problema dei roghi estivi che deturpano l’Italia, la devastazione ambientale e i legami con la malavita organizzata sono al centro di questo romanzo di Giancarlo De Cataldo : Fuoco!.
L’autore non ha dubbi sulla matrice malavitosa, e consegna alla proverbiale “saggezza” del camorrista di turno la spiegazione di questo reiterato fenomeno di inciviltà e distruzione: “Le cose sono semplici. Ci siamo noi e c’è lo Stato… quando la polizia alza troppo la testa…beh, allora bisogna ricordargli che ci siamo anche noi. E che non siamo disposti a farci mettere sotto. Sono stato chiaro?! E’ un segnale! Voi state esagerando. E noi vi bruciamo i boschi. Voi fate i bravi guaglioni, e i boschi se ne restano al posto loro. Ve lo ricordate quando i siciliani mettevano le bombe ai monumenti? Beh è la stessa identica cosa. Significa: statevene buoni, non esagerate, e non esagereremo neanche noi!..”
Ma visto e considerato che la camorra non esiste, questa è una storia verosimile ma non vera, come sottolinea ironicamente l’autore.
I piromani, quei poveracci dalla mente labile che incendiano solo per il piacere di vedere levarsi alte le fiamme, ahimè sembrano sempre più delle pittoresche creature disegnate dai pavidi giornalisti e dagli ancor più ciechi politici per spiegare un fenomeno criminale e sociale che porrebbe troppe piste pericolose da vagliare.
De Cataldo, maestro di atmosfere, ci immerge in una incalzante discesa agli inferi di un collaboratore “esterno” al Sistema, uno di quelli che non si è mai sporcato le mani, un regolare per tutti finché non arrivi a farci i conti.
Leonardo alza troppo la cresta, si mette in testa di giocare al cane sciolto con l’organizzazione, uscendo così dal suo ruolo non marginale ma ben lungi dal rappresentare il vero motore degli intrallazzi di potere.
Il protagonista avrebbe dovuto solo badare al suo orticello fatto di false fatturazioni, assunzioni di maestranze in nero, rapida tumulazione di extracomunitario infortunatosi in cantiere e relativa liquidazione di testimoni scomodi, quasi un lavoretto d’ufficio rispetto alla vera attività malavitosa.
Caccia tutti nei guai invece e cerca alleanze pericolose, rendendo ancora più stretto il cappio intorno al collo. A ruotare intorno a questo disgraziato presuntuoso che voleva farsi beffe dei boss c’è una famiglia allargata, una piccola tribù formatasi per caso all’ombra dei suoi disperati tentativi di fuga e di salvezza.
Spuntano così quattro adolescenti figli di varie realtà dolorose che finiscono per fare fronte comune al mare di vergogna e schifo che sembra investirli.
La figlia di Leonardo, eterea musicista, segnata emotivamente dalla morte della madre e ciecamente affidata alla finta rispettabilità del padre troverà sponda e appoggio nei suoi coetanei per riuscire a sopravvivere al baratro esistenziale dinnanzi al quale si troverà: sospesa tra il naturale amore filiale e il rifiuto di una mentalità malata del quale il padre incarna una squallida figura marginale.
Lottano questi ragazzi, ed è forse il messaggio più bello e intenso del libro, il ribellarsi con forza a destini e atmosfere nerissime che i loro padri contribuiscono a creare o al limite non fanno nulla per contastare.
Il ritmo del romanzo è serrato, l’intreccio è sapiente, quindi è un peccato svelare ulteriormente particelle di storia.
Semmai è interessante mettere in evidenza il forte impegno civile di questa storia, mai declamato con toni carichi di conformista e troppo semplicistica condanna da parte dell’autore, anzi i camorristi di De Cataldo conquistano il lettore, sono lontani dagli zotici stereotipi che ci propina la televisione.
L’apprendista boss Godigodi è un personaggio geniale, creato con vera maestria, De Cataldo segue le sue gesta di affermazione sociale con sarcasmo irresistibile e restituisce un mondo, quello della malavita, dove per far strada bisogna ragionare e soprattutto aver “Stile” come ripete ossessivamente il killer Godigodi.
De Cataldo con Romanzo Criminale ha illuminato la strada con un’ indagine importante sull’evoluzione della malavita organizzata italiana.
Partendo dalla Strada, lo scrittore mette a frutto una commistione illuminata di letteratura di genere poliziesco, utilizzo della cronaca nera come calderone infinito di storie e personaggi e infine una narrazione lucida e critica di quegli anni di malaffare.
De Cataldo ha sapientemente sospeso il giudizio tra responsabilità dei malavitosi e grettezza dello Stato nella sua politica di aggressione insensata e spesso inutile.
Anche in questo romanzo le trame ordite verranno sventate dalla capacità di giudizio degli unici “non contaminati” dall’ipocrisia e dalla rassegnata e vile accettazione di una storica sottomissione al delinquere.
C’è un bravo magistrato come rappresentante illustre dello Stato, ma sembra avere le armi un po’ spuntate, nonostante la sua vera e genuina fame di verità, è osteggiato in primis dai suoi pari che sempre più tendono a risolvere i casi con le versioni più banali e soprattutto lontane dalla ormai conclamata alleanza tra potere politico e Sistema camorra.
Unici innocenti proprio la natura, gli animali e questa nuova generazione di tormentati adolescenti che dalle loro insicurezze esistenziali e dai loro amori nascenti troveranno la forza di cancellare il denso fumo alzatosi dai mille roghi dell’ignoranza e della viltà.
Fuoco! è un romanzo importante, che sensibilizza al rispetto della natura, quella della dei boschi e quella degli umani che vogliono vivere senza il giogo della paura.
Fuoco! entra a far parte della collana Verdenero impegnata a denunciare storie di ecomafia…verosimili..ovviamente!

Alessandra Anzivino

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