Georges Simenon – una biografia



Pierre Assouline
Georges Simenon
Odoya l
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GEORGES SIMENON – Una biografia- di Pierre Assouline- Odoya

Pierre Assouline è un noto scrittore, giornalista, saggista, critico letterario, cura un blog, fa parte della giuria del Premio Goncourt, ha vinto il Prix
de lQuasi tutti i suoi libri sono raccolti nella collana Oscar “Opere di Italo Calvino”. Accessibili a tutti quindi.
L’ultimo uscito è “Un ottimista in America”. E qui Italo racconta che cosa di quel grande e amato/odiato paese lo ha colpito profondamente, e che cosa gli ha lasciato.
a Langue française. Ha pubblicato varie autobiografie, tra cui appunto quella dedicata a Georges Simenon.
Georges Simenon ha al suo attivo oltre 4oo titoli, è stato tradotto in più di cinquanta lingue, ha venduto più di 500 milioni di copie. Era nato in
Belgio 1l 13 febbraio 1903. Assouline ricostruisce con un accuratissimo saggio autobiografico la vita di uno dei maggiori romanzieri del secolo scorso,
basandosi e sugli archivi del celebre autore e su una serie di testimonianze. Ne esce uno straordinario ritratto  sia dal punto di vista umano
che letterario e critico. Ma anche la figura di un grande donnaiolo, di un uomo assai attaccato al denaro e deciso ad affermarsi come scrittore. Negli
ultimi anni della sua vita lo stesso Simenon scrisse le sue memorie, tacendo su tanti lati anche oscuri della sua vita .
Quando si parla di Simenon ci sono opinioni contrastanti. Si deve parlare solo del  genio letterario o anche di quel personaggio complesso e sin troppo
noto che egli fu ?
Indubbiamente la sua vita fu sempre all’insegna di un comportamento eccessivo, fuori le regole, che portò a fare di lui un ” personaggio” e questo non
rende facille costruire la sua biografia che non può limitarsi a una semplice elencazione di episodi e date. Una personalità così complessa non poteva che suscitare interessi di biografi, critici, saggisti pur se lui ha sempre cercato di evitarli. Ma nel contempo Simenon era sempre molto attento a mantenere viva l’attenzione nei suoi confronti, e allora rilasciò numerose interviste e produsse molti scritti autobiografici, insomma fece in modo che di lui si parlasse sempre.
Non era un uomo mediocre, come lui affermava di se stesso, piuttosto diceva molte bugie, o per nascondere qualcosa o per fare arrivare a una sua verità. Da buon romanziere, sapeva distinguere tra fantasia e realtà. Più che raccontare se stesso, creò il mito di se stesso e più invecchiava e più faticava a discernere cosa fosse vero o falso,e quindi tutto quanto aveva detto di sé andava accettato con beneficio di inventario. Certamente non tutto quello che aveva detto era falso, ma molte cose andavano corrette o eliminate.
A un certo punto si estraniò dalla sua storia, ad Assouline disse ” Faccia come vuole,ma non si aspetti alcun aiuto da parte mia. Non le chiederò
neppure di leggere il manoscritto prima della pubblicazione. In questo modo lei sarà libero e anch’io “.
Non fu un’impresa facile anche perché era impossibile separare il Simenon uomo dal personaggio, e poi anche i suoi testi assumono il valore di docu-
menti di riferimento. Assouline ha ricostruito questa immensa mole di notizie, di scritti, di studi sul personaggio dividendolo in quattro parti geografiche: Belgio, Francia, America e Svizzera. Secondo il nostro biografo la divisione è necessaria perché corrisponde a fasi  diverse della vita
del Nostro. E ai quattro periodi sono riferiti anche i personaggi di quattro donne: la madre, la prima moglie, la seconda moglie, la compagna.
Simenon è un uomo che ha vissuto una vita assolutamente fuori dell’ordinario.Quindi il primo compito nello scrivere questa biografia era di andare oltre un lungo elenco di nomi, date, eventi, tanto più che lui è stato il primo ad avere accesso agli archivi privati del romanziere. E così ci viene raccontato in ” Georges Simenon-una biografia” che avendo sempre lo scrittore vissuto all’insegna dell’eccesso, è stato anche il  personaggio” principale della sua vita. Questa biografia pubblicata recentemente in Italia per le edizioni Odoya è quindi un’ importante e aggiornatissima opera di riferimento sulla vita, i misteri, gli scritti dello stesso autore.
Assouline comincia negli anni Ottanta a interessarsi di Georges Simenon, in quel periodo lui stava lavorando a una biografia sull’editore Gaston Galli-
mard e quindi cercava dei particolari sui rapporti non sempre facili tra editore e scrittore. Simenon fu molto gentile e gli rivelò molti aneddoti.  Continuarono a scriversi, poi Assouline riuscì finalmente a incontrarlo a Losanna. Simenon, che pochi mesi dopo sarebbe morto, gli dette il permesso di consultare i suoi archivi. Ma Assouline non si limitò a consultare l’enorme mole di documenti, ma si recò  anche in tutti luoghi dove Simenon aveva vissuto per verificare e raccogliere nuove testimonianze. Ben ventidue i trasloschi tra il 19o3 e il 1984, tendezialmente Simenon era per una vita nomade, ma in omaggio alla contradditorietà del suo personaggoio, a volte si fermava a lungo in una località.
Voleva essere chiamato “romanziere”. Fu definito un misogino, si vantava di avere avuto diecimila donne, ottomila erano prostitute o ” professioniste” come le amava definire lui. Ma non era una questione di sesso, lui soleva dire che era ” una igiene salutare”: sesso tre volte al giorno, tutti i giorni, per non ammalarsi.*
Molto attaccato al denaro, un vero terrore per i suoi editori tra le altre caratteristiche del Maestro. Assouline ha dovuto affrontare anche l’enorme
mole di scritti autobiografici. Molto fecondo nel dare informazioni su se stesso, abilissimo nell’alimentare la propria leggenda letteraria, non disdegnando  di infarcire i propri scritti di menzogne e falsità. Insomma, uno che costruiva la sua storia spesso incrociando realtà e finzione.
Anche leggendo questa ” storia”(parliamo di storia più che di biografia per i motivi sin qui accennati) forse non troverete la risposta che magari molti
di voi si aspettano. Quest’uomo di nome Goerges forse non è Simenon, cioè lo scrittore spregiudicato e mondano, che amava andare a donne, che
era stato l’amante di Josephine Baker e che non aveva esitato a usare il suo nome per fare pubblicità ai suoi libri. Forse era un padre perché ai suoi
figli era attaccato e si era preoccupato della loro educazione. Non era sicuramente Maigret, troppo diverso da lui nella vita e nei comportamenti, del
resto molti hanno visto in lui proprio l’uomo che avrebbe voluto essere.
E anche nella vita ha avuto pochi amici: Renoir, Gide, Fellini.
Assouline è contrario a separare l’uomo dal romanziere, nei suoi romanzi rientra tutto il suo vissuto, non c’è niente di inventato, piuttosto si può tornare sul fatto che Simenon come mentiva agli altri mentiva a se stesso.Ad esempio quando scrisse “Pedigree“disse di averlo fatto perché gli era stato detto che gli mancavano pochi mesi di vita, ma la presunta malattia era stata la scusa per scrivere un  libro completamente diverso dai suoi
standard. E anche quando lasciò la Francia per gli Stati Uniti, disse che lo faceva per fare imparare l’inglese ai suoi figli, ma la verità era che in Francia
tirava aria di epurazione e lui pensò bene di andarsene.
A 16 anni aveva pubblicato sulla Gazette de Liege degli scritti antisemiti, ma Pierre Assouline propende per un errore di gioventù, del resto in seguito
non attaccò mai più ebrei, anzi li dipinse come vittime.
Da questa storia/biografia si ricava che Simenon non ha rinnegato niente della sua vita,unica eccezione il sucidio della figlia Marie Jo che lui imputa
anche a se stesso, e sul tema ha scritto un libro tragicamente profetico ” La disparition d’Odine”.
Dalla biografia si vede che la donna che ha più influenzato il suo carattere è la madre Henriette, che Georges ha sempre accusato di avergli preferito
il fratello minore Christian. Ma con lei ci fu sempre un legame indissolubile, tanto è che ha scritto  il suo primo libro l quando ha lasciato lei e Liegi,l’ultimo quando è morta. Siamo nel 1974, poi non ha più scritto.
Un’ultima curiosità, il nome di Maigret ha una importanza capitale nella storia di Simenon: ebbene questo nome era lo stesso di un medico che viveva
nel palazzo di Place des Vosges dove abitava lo stesso Simenon.

 

Giuseppe Previti

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