Ferrara, 1945. La guerra è da poco finita ma ha lasciato ferite molto aperte e dolorose. Tra la gente, devastata dalla fame, dal conflitto e dalla dittatura, si aggira una Fiat 110 nera che semina il panico tra le vie del capoluogo lasciandosi dietro una sanguinosa scia di morti. Indaga il sostituto procuratore Aldo Marano, che cercherà di ristabilire quell’ordine tanto meritato dopo anni di conflitti, bagni di sangue e ingiustizie.
Lo stile narrativo di Alessandro Carlini risulta veramente originale: la sua dote nella scrittura la si può notare già leggendo le prime pagine del libro. Il suo linguaggio fine e arguto riesce a essere comunque chiaro e diretto, utilizzando aggettivi forti, descrizioni secche ma dinamiche. Lo definirei un vero e proprio giallo d’inchiesta, con le sue relative caratteristiche tipiche: un susseguirsi di eventi lineari senza eccessivi parallelismi tra le vicende. A parer mio, è un libro povero di colpi di scena e i momenti di massima tensione sono relegati, per l’appunto, nelle azioni della banda e nelle decisioni di Marano.
Ma credo sia giusto così. Una storia del genere si può raccontare solo in questo modo e Carlini è riuscito a farlo perfettamente.
Consiglio questo libro a chi non cerca un giallo che faccia balzare dalla poltrona o pieno di colpi di scena, ma a chi è affascinato da inchieste italiane e, soprattutto, a chi piace tuffarsi in quell’epoca.
Gli sciacalli – Alessandro Carlini
Marcello Sorrentino
