I magnifici idioti – Stefano Piedimonte



Stefano Piedimonte
I magnifici idioti
Rizzoli
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Nei campi a sud di Milano viene rinvenuta un’enorme sfera riflettente, dal diametro di due metri e mezzo, che sembra piovuta dal nulla. Non ci sono segni di spostamento né tracce che possano suggerire come sia arrivata lì. Nello stesso periodo, le lepri che popolano la zona assumono un atteggiamento inusuale, che culmina con l’aggressione del signor Franco Forni, titolare della cascina Leprotta. Che la palla sia di origine extraterrestre e stia modificando il comportamento degli animali? È quello che sospettano le autorità ministeriali, che spediscono sul luogo una squadra diretta dal giovanissimo referente politico dei servizi segreti, Giampiero Fuschini. Missione: salvare il mondo dagli alieni. I prescelti per la delicatissima operazione sono quattro insospettabili, perfetti per agire sotto copertura: Nicola ’a scheggia, di professione borseggiatore, Little Princesa, influencer e instagrammer, padre Felipe, prete sudamericano con la passione per le chiavette USB, e Sasà ’o schiaffo, camorrista. Prelevati da Napoli e trasportati nelle campagne di Morimondo, i quattro vengono ricompensati lautamente e dotati di dispositivi di ultima generazione per comunicare con Fuschini e il suo team. L’incarico top secret li porterà a vivere una rocambolesca avventura per svelare, a spese del governo, il mirabolante mistero della palla.
I magnifici Idioti è un libro che ti prende piano, all’inizio della storia ci sono tanti tasselli che hanno l’aria di essere solitari e slegati, ma con lo scorrere delle pagine ci si rende conto che tutto ha un preciso disegno, un progetto che non potrebbe essere stilato un nessun altro modo.
Lo scenario in cui si svolge l’intera trama ha del surreale, pur restando legato a doppio filo alla realtà. Tutte le figure apicali di governo e di controllo sembrano essere lì per caso, senza nessun merito se non quello di non avere particolari meriti ed è questo il primo aspetto che rende il libro uno specchio dei nostri tempi o quanto meno della sensazione che ne abbiamo. Esagera il contesto Piedimonte e lo fa esasperando tutti gli atteggiamenti di ogni singolo personaggio, divertendosi (non conosco l’autore ma a volte ho avuto l’impressione che ridesse assieme a me) e divertendo il lettore, ma questa sua esagerazione lascia il retrogusto amaro, guidati dall’assioma che spesso la realtà supera di gran lunga l’immaginazione, di un contesto plausibile e a volte reale. 
Gli idioti di Piedimonte sono magnifici e lo sono perché vivono di quella magnificenza data dal tempo e dallo spazio che occupano, in un altro contesto sarebbero forse esclusivamente dei fessi, ma così non è perché riescono ad essere perfettamente contestualizzati in un’epoca in cui l’immagine conta più dell’essenza, in cui bastano dei tecnologicissimi gadget per farti sentire a tuo agio con te stesso in un posto che non c’entra nulla con te.
Un romanzo in cui l’autore padroneggia lingua e trama ed è grazie alla satira, che riesce a dare un senso preciso a quello che succede attorno a noi. Del resto alzi la mano chi non è stato usato per uno scopo preciso credendosi importante e scoprendo solo dopo che l’unica cosa importante era lo scopo da raggiungere.
Nel frattempo un attempato e centenario Presidente della Repubblica vive un isolamento dorato accudito dai suoi corazzieri scrivendo discorsi senza senso, ultimo baluardo di un paese decisamente alla deriva. 
Si ride con i Magnifici idioti, ma spesso si ride per non piangere e questo indubitabilmente è il più grande merito di questo bel libro.

Salvo Di Caro

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