Concordo pienamente con le parole dello Sydsvenskan che definiscono I poeti morti non scrivono gialli: “appassionante, piacevolmente leggero, letterariamente sofisticato”. Un bel libro, un’avventura intrigante che mischia con intelligenza cultura e trama e smentisce il suo sottotitolo “una specie di giallo”. In realtà I poeti morti non scrivono gialli ha tutte le stigmate di un abile e ben congegnato giallo noir e Bjorn Larsson, Bjorn badate: un grande della letteratura contemporanea con numerosi riconoscimenti internazionali e non il suo famosissimo e gettonatissimo omonimo Stieg, ancora una volta si rivela un maestro. In breve a voi: un’importante casa editrice svedese, per cavalcare l’onda vincente dei gialli, chiede un romanzo poliziesco a un famoso poeta, Jann Y. Nilsson bravo ma squattrinato. Quest’ultimo, in debito di riconoscenza, dopo aver accettato e averne scritto buona parte, quando i diritti del libro sono già stati venduti sul mercato internazionale, viene trovato dal suo editore, impiccato sul peschereccio in cui viveva, ancorato nel porto di Helsingborg. Suicidio? Assurdo, proprio ora che stava per avere modo di godersi finalmente la vita? E infatti il suicidio per l’intuizione del commissario poeta Bark si rivela un delitto camuffato maldestramente da suicidio. (Mi conquista la presenza inattesa e inconsueta di un commissario svedese, con finalmente una vita coniugale felice e senza problemi esistenziali, che avrà la sorpresa di scoprirsi tra i protagonisti del romanzo incompiuto). Ma i poeti si suicidano… non vengono assassinati… E invece… Chi poteva volere la morte di un poeta? Forse Nilsson era diventato pericoloso. Stava scrivendo uno spietato giallo di condanna per un certo tipo di alta finanza criminale. La sua principale caratteristica era sempre appoggiarsi alla realtà e quindi il testo era frutto di ricerche approfondite e i personaggi si rifacevano a persone vere. Materiale scottante? Una bomba che stava per esplodere pericolosamente? Qualcuno aveva tanta paura da volerlo eliminare? Chi poteva avere interesse a far sì che il romanzo non fosse mai pubblicato? Solo una cosa è certa: l’assassino, che per uccidere il poeta si era impadronito delle modalità del suo colpevole, doveva conoscere la trama del giallo incompiuto. Ma la trama, destinata a diventare un best seller, era stata tenuta segreta, nota solo a pochissimi iniziati… L’assassino non si ferma… Di un giallo è regola non dire troppo. E così faccio anch’io. Mi piace tuttavia segnalare la logica ma non scontata conclusione che ci riporta nei binari vincenti del thriller e sottolineare invece che Bjorn Larsson, ha fatto dire a Nilsson, il poeta, di essere ‘stufo della letteratura del dolore e delle disgrazie…’ e pensare all’amico scrittore Anders, di essere stanco del genere giallo che dava un’immagine distorta della realtà, soprattutto svedese. All’estero stavano iniziando a pensare seriamente che fosse un paese ormai allo sbando. Quando veniva invitato con i suoi colleghi a festival letterari in Francia, Italia o Germania, non mancava mai qualche giornalista o lettore che chiedeva cosa fosse andato storto in Svezia.
I poeti morti non scrivono gialli
patrizia debicke