Il maestro del silenzio – Giulio Massobrio



Giulio Massobrio
Il maestro del silenzio
Rizzoli
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A Genova si terrà la Conferenza internazionale del Mediterraneo. Nel web, stranamente non c’è traccia delle solite minacce contro un evento che si preannuncia decisivo per la sicurezza mondiale. Dalla rete non arriva neanche un fiato. I gruppi islamici sospettati di aderire alla jihad e tenuti sotto stretta osservazione pare non siano mai stati così tranquilli e silenti. Eppure, nonostante questa pace e forse anche per questo silenzio, i giorni che precedono l’evento sono carichi di tensione. Una tensione che diventa allarme rosso quando sull’autostrada che collega Genova a Ventimiglia, la A10, capita uno strano incidente a cui per puro caso assiste un agente di intelligence molto speciale, appartenente a un’unità di controspionaggio ultrasegreta: l’Unità Zero.
Capita infatti che il conducente di una vecchia automobile, una Renault, che sta viaggiando verso Genova insieme alla moglie velata e al figlio di quattro anni, cerchi di sottrarsi all’immobilità forzata di una coda mostruosa compiendo molto maldestramente una manovra di inversione estremamente pericolosa.
L’auto non è abbastanza rapida e viene speronata da un tir che sopraggiunge sulla corsia opposta. L’impatto è tremendo. La Renault prende fuoco e tutti gli occuoanti perdono la vita.
L’agente, nome in codice Mimo, tenta inutilmente di estrarre dalle lamiere infuocate almeno il bambino, ma deve desistere quando il bagagliaio esplode scaraventando sul’asfalto il contenuto. Diverse taniche colme di acqua ossigenata ad alta concentrazione, sistemate anche nell’abitacolo modificato per fare spazio, volano per aria rovesciando decine di litri di un liquido che si rivelerà il componente principale per la fabbricazione di ordigni ad alto potenziale. Si tratta di acqua ossigenata alla massima concentrazione, molto pericolosa da trasportare.
Parte da qui una spy story di quelle che tengono il lettore inchiodato alle pagine. I protagonisti, tutti appartenenti all’unità Zero, tutti superspecializzati in campi diversi, hanno il compito di sventare quello che si profila come il padre di tutti gli attentati messi a segno in nome di Allah contro l’Occidente.
Un pericolo mortale davvero spaventoso incombe su Genova già ferita dal crollo del ponte Morandi, anche perché si scopre presto, mentre il deepweb continua a tacere, che quello non è l’unico viaggio compiuto dalla famigliola di nazionalità tunisina per trasportare a Genova il materiale destinato sicuramente alla fabbricazione di ordigni.
Mimo e i suoi colleghi Petra, Aura, Pixel, Vero, Giano e Fosco hanno i minuti contati per scoprire chi sta progettando la destabilizzazione dell’Italia e dei paesi non islamici. Ciascuno deve mettere in campo le proprie fonti e muoversi sulle
sabbie mobili delle cellule radicali che sognano e progettano la vittoria di Daesh.
Ma gli uomini e le donne dell’unità Zero, per quanto disciplinati, coordinati e impostati ciascuno verso un diverso settore di indagine, non sono robot. Sono persone costrette a tagliare via dal proprio privato affetti, sentimenti e quei piccoli piaceri che aiutano a superare il grigiore quotidiano. E non sono immuni da rivalità e rancori, tenuti faticosamente a bada in nome del bene comune e del raggiungimento dell’obiettivo, ma pur sempre presenti.
Un romanzo di spionaggio simile a una corsa a ostacoli col cuore in gola, che fa muovere il lettore in una Genova piena di ombre e di occhi che scrutano nella penombra dei carrugi, dove creature silenziose e senza volto scivolano lungo i muri portando con sé mistero e forse morte.
Una scrittura scarna ma per questo tanto più efficace nel creare tensione e attesa, che sono gli ingredienti più preziosi e più rari dei romanzi di spionaggio.
Giulio Massobrio con questa spy story si rivela un vero maestro.

Adele Marini

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