La principessa di ghiaccio



camilla lackberg
La principessa di ghiaccio
marsilio
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Nei mesi caldi il paesino somigliava più che altro ad un formicaio in cui le attività non cessavano mai. Adesso era immerso nella quiete più totale, dava quasi l’impressione di dormire. Anche se Erica sapeva che era una calma apparente. Sotto la superficie, i lati più oscuri dell’animo umano lavoravano lì come in qualsiasi altro luogo abitato. A Stoccolma il loro lavorio era palpabile, ma Erica era convinta che in una piccola comunità come quella fosse anche più pericoloso”.
Così Camilla Läckberg, classe 1974, descrive il clima umano del piccolo villaggio di Fjällbacka, incantevole località turistica sulla costa occidentale della Svezia, dove lei stessa vive e dove ha ambientato La principessa di ghiaccio, prima puntata di una fortunata serie noir che, in patria, l’ha portata ad essere l’autrice più venduta per tre anni consecutivi.
Non a caso è stata definita dalla critica la nuova Agatha Christie del Nord ed effettivamente Fjällbacka ricorda tanto St. Mary Mead, il villaggio della campagna inglese, teatro di molti dei casi brillantemente risolti da Miss Marple, uno dei due personaggi prediletti dalla prima indiscussa Regina del giallo.
“Odio, invidia, avidità… ogni sentimento veniva nascosto sotto un grande coperchio imposto dalla domanda cosa dirà la gente? Tutto il male, la meschinità e la cattiveria avevano modo di fermentare tranquillamente sotto una superficie che doveva essere costantemente tirata a lucido”. Sembra proprio di sentir parlare Miss Marple, 80 anni dopo la sua prima apparizione, e anche la Läckberg ha scelto una protagonista femminile, la trentacinquenne Erica Falk, che di mestiere fa la scrittrice e che, come la vecchia acutissima zitella, riesce a percepire gli aspetti più ambigui ed equivoci della psicologia umana. Le similitudini fra le due donne si esauriscono qui, ma il caso che vede coinvolta Erica si rivela un mistero che affonda le proprie radici nell’ombra del passato e, soprattutto, nella più oscura malvagità dell’animo umano.
Erica scopre il corpo senza vita di un’amica d’infanzia, immersa in una vasca di ghiaccio. Si convince ben presto che non può essere un suicidio e si trova ad indagare, affiancando il poliziotto Patrik Hedström, con cui intreccia anche una storia d’amore.
Il suo interesse nasce dall’affetto che un tempo l’aveva legata alla vittima, ma soprattutto dal desiderio di scrivere un romanzo in cui cercare di spiegare “il perché una persona possa commettere il peggiore dei peccati: togliere la vita a un altro essere un altroe ssere umano.

benedetta giorgi pompilio

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