Assenza da giustificare – Alessandra Acciai



Alessandra Acciai
Assenza da giustificare
Piemme
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Alina Mari è una giovane poliziotta con un passato doloroso che ancor oggi ne condiziona l’esistenza. Vive in un camper, ha un amico, Tito, che per lei è ancor più di un fratello, ed è in attesa del ritorno di un uomo, Adriano, che per lei è stato molto più di un padre. Un giorno viene chiamata a investigare sulla morte di una professoressa, una donna sola e molto rispettabile, insegnante in una delle scuole cattoliche più elitarie di Roma. Questo delitto costringerà Alina a confrontarsi con i suoi fantasmi, con le sue scelte impulsive che l’hanno portata a grandi sofferenze, ma le permetterà anche di scoprire nuovi significati dell’esistenza: la sorellanza femminile, la fiducia nei rapporti umani, la ricchezza della diversità.

Alina stessa è una ‘diversa’, quella che la società definirebbe ‘non adattata’, reca in sé ferite troppo profonde per le sue spalle piene di solitudine, eppure nonostante la rabbia e la paura di cui è impregnata la sua anima riesce a provare, quasi contro la sua volontà, una profonda empatia per chi, come lei, è stato massacrato dalla vita e dall’egoismo altrui.

L’autrice affronta in questo romanzo temi scottanti e assai dibattuti, in particolare quello della violenza sulle donne, che è fatta non solo di gesti fisici, ma di manipolazioni e sottile perfidia psicologica e ci presenta personaggi che la evidenziano in tutti i suoi molteplici aspetti. 

La violenza è in un certo senso il fil rouge della storia, incarnata nelle sue plurime sfaccettature, come la prepotenza, il pregiudizio verso le varie forme di diversità, la ricerca dello scoop a spese della verità e del rispetto dell’intimità altrui. Le figure femminili, ben descritte nelle loro fragilità e nella loro tenacia e forza d’animo, costituiscono un gineceo in cui il vento della speranza, a qualunque età, non cessa mai di soffiare.

Il tema della inseminazione artificiale è certo il più eticamente delicato e la narrazione in prima persona non può che mostrarci il punto di vista della protagonista; proprio per questo, da un personaggio così complesso, abituato a una costante riflessione sul proprio agire che giunge fino alla ruminazione, in luogo della repentina soluzione da lei decisa il lettore si sarebbe aspettato di trovare un profondo tormento interiore, come il tema affrontato richiederebbe.

Donatella Brusati

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