Abbiamo fatto le stesse domande a alcuni degli ospiti che interverranno a Paura sotto la pelle 2.
Domande ” da paura” ovviamente…
Divertitevi leggendo le risposte che hanno dato.
Ecco le riposte di Cristiana Astori attualmente nelle librerie con Tutto quel buio , Elliot Edizioni.
La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto. (Howard Phillips Lovecraft). Sei d’accordo?
Concordo. Infatti nel raccontare le storie quello che fa più paura è sempre il non detto, l’omesso, perché lascia spazio alla nostra immaginazione… e l’immaginazione non ha confini, nel Bene come nel Male…
La paura è una componente fondamentale della natura umana, è con noi dalla nascita. Cosa ti fa paura? Come la esorcizzi?
Molti pensano che chi scrive horror non ha paura di nulla, in realtà proprio perché proviamo paura ne possiamo scrivere, esplorandone i meccanismi. Le mie sono tante,da quelle più grandi e comuni a tutti, come la paura della morte, a quelle piccole della vita quotidiana. Riguardo a queste ultime, per esempio, mi inquietano le statue di cera e i manichini, e ho il terrore di restare chiusa in un bagno pubblico, o di entrarvi alla cieca e trovarvi dentro un serial killer che mi acciuffa e chiude la porta a chiave. Non amo neanche farmi prendere il sangue, mi evoca subito il vampirismo, mentre la paura del dentista l’ho superata grazie al mio di fiducia che è abilissimo.
Da bambina qual era la tua favola preferita? Amavi quelle paurose?
Ovviamente sì, amavo tutte le fiabe in generale, soprattutto quelle più oscure, e non a caso ho pubblicato un’antologia di racconti proprio su quel tema. La mia preferita, ancora oggi, è “La regina delle nevi” di Hans Christian Andersen: è una fiaba molto cupa, come tutte quelle dell’autore, ma con un finale solare e positivo; inoltre è una delle poche storie in cui il salvatore non è il principe azzurro, ma la protagonista è una ragazzina coraggiosa e testarda che dopo infiniti sacrifici e traversie riesce a sottrarre il suo migliore amico alla Regina delle Nevi e a portarlo via dal suo castello di ghiaccio.
Quale percorso ti ha portato a scrivere storie che hanno a che fare con la paura, con i timori e con le ansie?
Semplicemente la passione per il mistero che mi accompagna da quando son bambina: la paura è legata a ciò che è segreto e sconosciuto, e i due aspetti vanno di pari passo. Se pensiamo che a me piace scrivere ciò che amo leggere, il gioco è fatto. Inoltre scrivere cose inquietanti mi rilassa, è un modo per esorcizzarle e insieme esplorare zone occulte dell’immaginario, in un mondo in cui tutto ormai è manifesto e risaputo.
Come si riescono a trasmettere queste sensazioni con le parole?
Be’ questo è un po’ il trucco di ogni scrittore, difficile spiegarlo in una breve risposta. In ogni caso il più grande consiglio è leggere, leggere di tutto, non soltanto le storie di paura, e lasciarsi meravigliare ed emozionare da quello che si legge… se ci si lascia trasportare senza pensare a strategie razionali, la magia è a un passo…
Per far paura sono più efficaci scene truci e truculente o la normalità che si trasforma improvvisamente in incubo?
Questo dipende dal tipo di approccio autoriale; dal mio punto di vista, che sono cresciuta a pane e Stephen King, e anche Dylan Dog, l’orrore del quotidiano è il più efficace e spaventoso. Quando ricorro a scene truculente di solito lo faccio in racconti smaccatamente ironici, l’approccio del cinema anni 80 che unisce horror e ironia è per me quello vincente, ma non si parla comunque di paura, che è per me più legata al campo della suspense e del non detto, bensì di splatter.
Sono cambiate le nostre paure? E il modo di descriverle? – Il maestro assoluto della paura di oggi, il Re, dice che la sua ispirazione è sempre, da sempre, il babau, ‘uomo nero. Quante declinazioni può avere oggi l’uomo nero? Escludendo ovviamente la deriva razzista
Oggi la cronaca parla di tanti casi di femminicidio e di violenze sulla donna, e di sicuro la citazione viene piuttosto facile e scontata, specie se parliamo di orrore del quotidiano e di abusi domestici. Ma c’è qualcosa di più sottile, sempre in agguato dalla notte dei tempi e oggi ancora decisamente attuale, che è la nostra metà oscura, l’uomo nero che è dentro di noi e che attraverso comportamenti compulsivi di qualsiasi genere può portarci all’autodistruzione
Sono sempre di più gli autori che mescolano al noir l’ironia e la risata, un modo per esorcizzare la paura o un modo per sottolinearla e renderla ancora più efficace?
Ho già parlato di ironia, e senza dubbio il sorriso è l’arma migliore per sdrammatizzare le nostre paure, e nello stesso tempo renderle godibili: in letteratura un maestro è senza dubbio Joe R. Lansdale
I tuoi riferimenti letterari o cinematografici di genere sono….
Be’ sono tantissimi, e non saprei elencarli tutti. Senza dubbio il mio primo maestro in ambito horror è stato ed è Stephen King, insieme a Edgar Allan Poe, ma anche Henry James, Richard Laymon, Joyce Carol Oates, Chiara Palazzolo e molti altri. Dal punto di vista cinematografico, Dario Argento in primis, poi John Carpenter, David Lynch, David Cronenberg, Lucio Fulci e Mario Bava
L’appuntamento con Cristiana Astori e gli altri ospiti di La paura sotto la sotto la pelle 2, brividi nelle parole e nelle immagini.
Giovedì 29 e venerdì 30 novembre 2018, ore 10.00 e 14.30,
Aula magna Giovanni Pascoli e aula Forti -Via Zamboni 32-BO
Tutte le informazioni qui
La foto di Cristina Astori è di Lucrezia Simmons.
Qui un’altra nostra intervista a Cristiana Astori