Julianna Baggott scrive ai suoi lettori italiani

Cari lettori,

molti mi hanno chiesto dell’origine di questo romanzo. Tutti i romanzi hanno origine nella bizzarra mente degli autori, nelle loro vite così radicate nella trama oscura del subconscio. A volte un personaggio penetra nella mente e non vuole ostinatamente andar via. Ed è esattamente questo che mi è successo con Pressia: una ragazza con una testa di bambola fusa alla propria mano. Mi si è parata dinanzi all’improvviso con il suo volto di sedicenne, una bruciatura a forma di mezzaluna sotto a un occhio, e l’impellente richiesta di creare un mondo attorno a lei. L’armadio nel quale è solita nascondersi sul retro di un negozio di barbiere è arrivato dopo, così come il nonno con una gamba sola, cauterizzata con un intrico di fili metallici bruciati. Quando avevo 16 anni, volevo fuggire oppure nascondermi e non mettere mai il naso fuori di casa. Volevo sapere chi diavolo fossi. Ero certa che esistessero posti dove la vita era migliore. E pensavo continuamente che la desideravo, quell’altra vita. Crescendo, però, ho realizzato che essa non esiste, almeno finché non la creiamo noi stessi. In un mondo post apocalittico, Pressia sperimenta la sua versione di questo conflitto: sogna il mondo di prima e la vita nella Sfera. Tempo fa lessi le prime pagine di questo libro a mia figlia, che ora ha 16 anni. Mi disse che era la cosa migliore che avessi mai scritto e che avrei dovuto assolutamente completare il romanzo. Ho cominciato seriamente a scriverlo innanzitutto per il suo diletto. Ora, spero per il vostro.

JULIANNA BAGGOTT – MEMENTO – I sopravvissuti – Giano

Pressia ricorda soltanto vagamente le Detonazioni o la sua vita di prima. Nel suo armadio, sul retro di un vecchio negozio di barbiere distrutto, dove vive con il nonno, pensa alla sua esistenza perduta, al mondo dei parchi divertimento, dei cinema, delle feste di compleanno, delle madri e dei padri… ridotto ormai a cenere e polvere, ferite, bruciature e corpi fusi, danneggiati. E ora che ha raggiunto l’età in cui deve consegnarsi alla milizia, per cominciare l’addestramento da soldato oppure per essere usata come bersaglio se giudicata troppo danneggiata, non può più fare finta di essere bambina. Pressia ora è in fuga.

Ci sono anche quelli che sono scampati all’apocalisse senza ferite. I Puri. Vivono al sicuro all’interno della Sfera, che protegge i loro corpi sani. Eppure Partridge, figlio di uno degli uomini più influenti della Sfera, si sente isolato. Solo. Diverso. Anche lui pensa a ciò che ha perso. La sua è una famiglia distrutta. Il padre è emotivamente distante, il fratello si è suicidato, la madre non è riuscita a mettersi in salvo. L’ordine rigido all’interno della Sfera gli sta stretto e quando crede di intuire, da una frase sussurrata, che la madre potrebbe ancora essere viva, rischia la vita per fuggire.

Julianna Baggott ha scritto numerosi romanzi per ragazzi, prima di dedicarsi alla trilogia di Memento. I suoi scritti sono anche apparsi sul New York Times, Washington Post, Boston Globe.

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