Le tigri sono in giro – Mick Herron



Mick Herron
Le tigri sono in giro
Feltrinelli
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Le indagini di Jackson Lamb
Slough House, meglio conosciuta come il Pantano, è un’unità di agenti dei servizi inglesi, finiti in questa squadra a causa di errori che hanno messo fine alla loro carriera. C’è chi non riesce a sottrarsi al fascino del gioco d’azzardo, chi è caduto nelle reti della dipendenza dalle droghe, chi ha commesso gravi errori di valutazione in servizio. Il capo e leader indiscusso di questa compagnia di sfigati è Jackson Lamb, un tempo uno dei migliori agenti del MI5 e ora confinato a Slough House, un personaggio scorbutico, irascibile, trasandato, grande fumatore, grande bevitore e, per finire in bellezza, amante delle scoregge. Ma dotato di grande senso di responsabilità, nei confronti dei suoi agenti e della sua professione. In questo romanzo, lo vedremo impegnato nel salvataggio dell’agente Catherine Standish, ex alcolista, in lotta perenne con i suoi fantasmi e le sue angosce. Il rapimento della donna sarà l’elemento fondamentale in uno scacchiere in cui giocano direttrici e vice del MI5, il ministro degli interni, ex agenti ingiustamente puniti e, ovviamente, gli Slow Horses, i Cavalli lenti o meglio i Brocchi, cioè gli agenti in disgrazia della squadra di Lamb.

Le tigri sono in giro è l’ultima uscita della serie di Jackson Lamb creata da Mick Herron, che ha avuto un tale successo in patria e fuori da aver dato origine a una serie televisiva, in cui il personaggio di Lamb è interpretato dal grande Gary Oldman.

Sono diversi i motivi del successo di questa scalcagnata compagnia, in primo luogo l’originalità dei personaggi, che rispecchiano le fragilità e i vizi di tutti noi. Sono uomini e donne molto imperfetti, afflitti da difetti da cui ogni giorno cercano di non farsi travolgere, che si sforzano di galleggiare nella loro palude sovrastati da vincenti, o meglio da potenti, che li usano, li scherniscono, sperano di vederli cadere definitivamente, eppure i Brocchi si rialzano ogni volta, ammaccati ma sempre ancorati a quel tenue ed esilissimo filo di speranza a cui ognuno di noi si attacca con forza.

In secondo luogo, gli Slow Horses sono di gran lunga migliori dei presunti buoni con cui hanno a che fare, come in questo libro, che trasmette un’immagine impietosa dell’avidità di potere, dell’assoluta mancanza di valori etici, del trasformismo cinico di chi dovrebbe governare o tutelare gli inconsapevoli cittadini. È molto azzeccata la contrapposizione tra l’aspetto esteriore, sgradevole e a volte disgustoso, di Lamb (indimenticabili i denti gialli di nicotina) e la sua moralità interiore, di gran lunga superiore a quella dei buoni, che si arrogano il diritto e la presunzione di essere sempre dalla parte giusta.

Donatella Brusati

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