La dismissione




La dismissione
Rizzoli
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In tempi di crisi economica, rileggere il romanzo di Ermanno Rea “La dismissione” significa fare luce sulle ragioni e le motivazioni del degrado della città di Napoli e del sobborgo di Bagnoli, e in generale fare i conti con la lenta agonia di un’epoca industriale.

Siamo nel 1994 e l’autore decide di raccontarci attraverso i ricordi di Vincenzo Buonocore, ex tecnico d’area alle colate continue dell’Ilva, la cronaca della dismissione di uno dei maggiori impianti di acciaieria italiani. Il giornalista napoletano Ermanno Rea adotta la finzione narrativa della testimonianza diretta, di chi ha vissuto la “Fabbrica” dal di dentro, e partendo da questo materiale costruisce soprattutto una storia di passione, tra un uomo e le sue macchine. Un tema molto caro già in epoca futurista ma che venne riproposto con forza negli anni ’60 quando Vittorini inaugurò il dibattito su letteratura e industria.

“La dismissione” oltre a ripercorrere quel filone attraverso i dettagli tecnici degli impianti e descrizioni della vita di fabbrica, è un romanzo che scandaglia l’animo di un dipendente “in liquidazione”. Un amore cieco per il lavoro e per la corretta esecuzione del compito porterà dunque Buonocore, il protagonista, ad occuparsi personalmente dello smembramento dell’azienda, attraverso un processo di smontaggio della sua stessa vita. Da una parte, egli continua ad obbedire agli ordini cercando di fare anche della dismissione un capolavoro, dall’altra parte più la “Fabbrica” si disgrega e più la sua vita personale e coniugale entra in crisi.

Nulla sarà più come prima a Bagnoli, è la fine della grande industria e la definitiva affermazione della disoccupazione e quindi della camorra che ingrossa a dismisura le sue file. A sconvolgere la vita del protagonista la passione platonica per Marcella, figlia di un ex operaio e sindacalista dell’Ilva, una ragazza perduta che alla fine soccombe all’assenza di speranza, pagando con la vita.

La Cina è già arrivata, e sono proprio loro, i cinesi, ad accaparrarsi il contratto d’acquisto degli impianti. Chung Fu, personaggio speculare a Buonocore, sovrintende alle delegazioni inviate da Pechino ma soprattutto annota nei suoi taccuini ignorati dal Partito una storia non scritta, quella dei vicoli di Napoli, degli scantinati sotterranei utilizzati come laboratori per merci contraffatte, della criminalità che avanza appena scompare il lavoro legale: le conseguenze della dismissione.

Arianna Cameli

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