Non è mai notte quando muori – Tullio Avoledo



Tullio Avoledo
Non è mai notte quando muori
Marsilio
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Torna Sergio Stokar, il poliziotto più “figo”, politicamente scorretto, beffardo e irresistibile mai apparso nella nostra narrativa di genere, e anche se non è più in polizia e vive praticamente isolato in una striscia di terra dei Caraibi dove oltre a scontare una personale pena è riuscito pure a proteggersi dalla Pandemia, è sempre l’adorabile mascalzone pronto a combattere il Male tra un testo di letteratura classica e qualche posizione di yoga. 

Su quell’isola lo ha confinato il suo storico nemico Ferrari e da quell’isola è lo stesso nemico che lo trascina via a forza. O quasi. Ferrari, tramite il suo avvocato Jeremy Allenby che, oltre ad avere l’accento inglese delle scuole più prestigiose, è anche un abile contrattatore fa sì che l’ex poliziotto accetti un incarico inaspettato e complicatissimo, ritrovare il figlio di un oligarca russo sparito misteriosamente e per il quale incarico dovrà lasciare l’isola e girare mezzo mondo tra pericoli di ogni tipo, nuovi nemici e forse la speranza di ritrovare la donna che ama. 

Come definire, dunque, un romanzo come Non è mai notte quando muori

L’unica definizione possibile è che è un romanzo profondamente all’Avoledo e quindi è un noir, ma anche un poliziesco, condito da azione e avventura, oltre che da quella meravigliosa ironia che chi conosce l’autore riconosce in ogni piccolo paragrafo.  

E che dire di Stokar? Innamorarsi di lui è facilissimo, lo è stato per i tanti lettori di Nero come la notte e quell’infatuazione continua ancora anche grazie al suo stesso creatore che lo fa parlare, agire, comportare, vivere e amare come la maggior parte dei lettori vorrebbe fare almeno una volta nella vita. 

Sergio Stokar è l’alfa e l’omega di ogni storia che lo ha come protagonista. Ed è vero che in questa ultima fatica letteraria la suspense e l’azione si respirano in ogni pagina, incalzando il lettore senza dargli mai tregua, ma è allo stesso vero che l’intera struttura narrativa perderebbe molto della sua inquietudine e della sua fascinazione se non ci fosse Stokar a troneggiare su tutto. 

Tullio Avoledo scrive bene perché non abusa con le descrizioni, non abusa con la punteggiatura, non abusa con i dialoghi, tutte cose che quando ci si mette a scrivere non è affatto facile equilibrare dato che il less is more è solo per i grandi narratori. 

Infine, esattamente come con Le Zattere in Nero come la notte, anche in questo ultimo romanzo c’è la “location”, l’espediente autoriale per descrivere la società 3.0 fatta di corruzione, violenza e sovvertimento totale dei principi e delle regole: un grandissimo hotel in Africa dove chi va a rifugiarsi lo fa per precisissime ragioni. 

Non è mai notte quando muori è il noir del 2022 così come Sergio Stokar è il poliziotto più “figo” mai apparso nella nostra narrativa, anche se non fa più il poliziotto. 

Antonia del Sambro

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