La fiaba nera della Kṳedra РGiuseppe Marchionna



Giuseppe Marchionna
La fiaba nera della Kuçedra
Laurana
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La Kuçedra è una figura di origine albanese di antica memoria.

Nelle storie popolari è associata all’idea di una creatura malvagia.

È rappresentata come un drago femmina, che ha forma di serpente a più teste; a volte può apparire nelle vesti di una donna...

Protagonista del romanzo è Piergiorgio Sovieri, detto Pigì, un affermato giornalista di Brindisi che non si tira mai indietro quando c’è da rovistare nel marcio e che già in passato si è trovato in guai non da poco per aver seguito il suo fiuto investigativo. Quando due giovani albanesi sono giustiziati appena scesi dal traghetto da Valona, con modalità che richiamano un’esecuzione di stampo mafioso, Pigì inizia a indagare sul duplice omicidio. Un po’ per il suo lavoro, ma anche per aiutare il vicequestore Olga Balestrozzi, arrivata da poco in città e pertanto non ancora a conoscenza delle dinamiche e dei giochi di potere che la condizionano. Un’indagine che porterà Pigi e il vicequestore a confrontarsi con verità scomode e segreti tenuti nascosti per troppo tempo. Per capire il presente, tuttavia, è necessario tornare indietro di trent’anni, nel periodo dei massicci sbarchi albanesi sulle coste pugliesi. Una spaventosa migrazione di massa che scaricò in una sola giornata su Brindisi ventisettemila albanesi, in una città che contava poco meno di novantamila abitanti. 

Ecco allora che, in un lungo, dettagliato, sincero e intimo racconto a Pigi, Ronika, la madre della ragazza uccisa, narra la sua fiaba nera e i fatti che, verosimilmente, sono la causa a cui far risalire la morte dei due ragazzi. Ronika è una donna bellissima, potente e spregiudicata, nonché molto chiacchierata. Tanto da guadagnarsi il soprannome di Kuçedra che, nel suo paese d’origine, evoca una figura mitologica della cultura albanese. Il racconto prende il via in una spiaggia deserta, al tempo  del suo sbarco in Italia con l’intento di lasciarsi alle spalle il recente passato da sopravvissuta alla lunga e straziante guerra dei Balcani e prendersi una rivincita su una vita che fino a quel momento non le aveva regalato nulla di buono. Grazie alla sua intelligenza e all’aiuto di un amico, inizia a scalare i vertici della malavita. 

A mano a mano che procede nel resoconto, la Kuçedra, svela i meccanismi e le verità nascoste celate dietro i massicci sbarchi, racconta le atrocità di alcuni gruppi militari deviati nei Balcani, descrive i rapporti tra cosche e mette in luce similitudini e collegamenti tra mafia albanese e malavita italiana. Rivela complessi piani di riciclaggio e confessa omicidi. Informazioni che permettono al giornalista e alla Polizia di posizionare i tasselli mancanti del puzzle e arrivare al mandante della barbara esecuzione dei due ragazzi.

Svelare il passato per risolvere il presente, è ciò che fa la Kuçedra raccontando la sua fiaba nera. Ma non è tutto, perché, sfruttando la voce dei suoi personaggi, Marchionna ha anche costruito un giallo molto articolato che racconta trent’ anni di criminalità, che spiega le dinamiche, analizza le relazioni tra diverse associazioni criminali, il coinvolgimento della finanza, ma anche le tradizioni albanesi dove l’appartenenza a un gruppo, la fedeltà e il rispetto del Kanun, il codice delle norme tradizionali albanesi, una sorta di tavola dei valori tramandata oralmente per millenni, svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione di rapporti, amicizie, faide e vendette.

Ferdinando Pastori

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