Siamo in Grecia e il famoso commissario Kostas Charitos si ritrova di fronte ad un nuovo caso. Deve abbandonare le incombenze e i piaceri di famiglia e rivolgersi le sue attenzioni altrove. Un proprietario d’alberghi, Paris Fokidis, viene ritrovato morto a causa dell’esplosione di un ordigno. Era considerato un uomo altruista e benefattore, ma l’assassino lo accusa di ipocrisia. Altri omicidi insanguinano l’estate greca e anche quella europea e alle vittime vengono rivolte le medesime accuse di ipocrisia. L’affare si fa interessante. Kostas Karis si incuriosisce: perché mai sta dilagando l’ipocrisia e perché l’assassino si firma “Armata degli idioti Nazionali”?
Il magnate era diventato proprietario di una catena alberghiera presente nei luoghi più disparati. Inoltre lo stesso era titolare di un’agenzia di viaggi organizzati a Londra. le indagini ci svelano altri segreti e aprono cassetti a lungo tenuti chiusi. Dietro la facciata perbenista si nasconde altro e la vittima sapeva benissimo ciò che succedeva e che poi è stato ritorto contro di lui. Il commissario scoprirà chi si cela dietro questa fantomatica sigla e per quali ragioni ha deciso di vendicarsi in maniera così cruenta.
Markaris qui ci conduce ad un’indagine che investiga sugli omicidi. Ma vengono mostrate anche dinamiche che sono presenti nella società. Si parla di usi e costumi della Grecia e dei suoi enormi problemi che in questo periodo deve affrontare. Di ricchezza di pochi e miseria di tanti; di un ceto medio spaventosamente impoverito, ridotto sul lastrico che lambisce le pieghe del proletariato. Il romanzo diventa, come al solito, un pretesto per raccontarci la Grecia di oggi. Diventa, quindi, una narrazione che lascia intravedere persone in carne e ossa che soffrono.
Markaris naviga a vista, usando una prosa curata, attenta ai particolari. I meccanismi narrativi sono ben armonizzati e fluidi. Il lettore viene trasportato da questa corrente narrativa inebriandosi nella spuma del suo stile. Uno dei pochi scrittori che ha il coraggio di affrontare senza peli sulla lingua su tematiche sociali, di mostrarci che e la Grecia è uscita dalla fase più critica della sua crisi solo per i contabili di Bruxelles mentre la gente soffre e si dispera ancora quotidianamente.
Il tempo dell’ipocrisia – Petros Markaris
Roberto Estavio