Le otto vite di una centenaria senza nome – Mirinae Lee



Mirinae Lee
Le otto vite di una centenaria senza nome
Editrice Nord
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 Questo è il romanzo di debutto di Mirinae Lee, scrittrice sudcoreana che scrive in lingua inglese perché più consona al suo modo di raccontare. La Lee ha vissuto negli Stati Uniti, dove si è laureata, in Corea del Sud e attualmente risiede ad Hong Kong.

 Il romanzo è largamente ispirato ai racconti dei suoi familiari e in particolare a quelli di una sua prozia nordcoreana che aveva vissuto in Corea del Nord fino ai sessant’anni e poi era fuggita da sola, lasciando lì marito e figli. 

 Nella storia, anzi nelle storie avvincenti e tragiche, raccontate in sette vite non consecutive che attraversano le varie guerre abbattutesi sulla Corea nel Novecento e la Grande Carestia del 1994-1998, i personaggi si intrecciano continuamente facendo perdere di vista la loro vera identità. La scrittura ritmata e scandita per frasi tendenzialmente brevi incalza la curiosità del lettore fino alla fine.

 Oltre che per le appassionanti vicende narrate, il romanzo suscita interesse anche perché apre una finestra sulla storia e sul mondo, per noi semisconosciuto, della Corea del Nord, svelando gli inganni e le atrocità, che sono poi comuni a tutte le dittature, con particolare attenzione all’abitudine alla delazione “virtuosa”, che pervade quella società facendo di ognuno una potenziale spia e al contempo una potenziale vittima. Inoltre, attraverso le vicende della signora Mook Miran, la scrittrice accende un faro sulle atrocità delle guerre e sulla difficile condizione delle donne durante le stesse, sulle sofferenze dei fuorusciti, chiamati “disertori” dato che tali sono considerati dalla Corea del Nord, e sulle traversie che hanno dovuto affrontare prima di riuscire a raggiungere la Corea del Sud.

 Davvero un bel romanzo d’esordio da leggere con piacere ed attenzione per non perdersi nei racconti dell’astuta signora Mook, che troveranno una sorprendente sintesi e chiave di interpretazione solo nella storia finale, l’ottava.

Michela Bellini

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